La sostenibilità passa direttamente per le nostre case, per il diretto rapporto che abbiamo cibo e gli scarti che produciamo. Abbiamo la possibilità di dare a questi scarti una seconda vita, una vita che torna alla terra, terra che tanto sfruttiamo e consumiamo. Esoerinze indirette e dirette anche grazie alla presenza di un ospite, l'architetto Cesareo, nel concreto tentativo di capire come produrre dagli scarti di cucina fertilizzante da poter riutilizzare. Massimizzare l'utilizzo di un bene e farlo rientrare all'interno del virtuoso circolo di economia circolare.

Fermare il consumo del suolo e restituire verde alle nostre città è possibile. È possibile riusare ogni componente di un architettura o restituire loro nuova vita, seguire quindi la strada del progresso e non dello sviluppo. Riconvertire gli spazi che ci circondano in ottica sostenibile per arrivare a massimizzare il ciclo di vita di un edificio e non lasciare scheletri abbandonati nelle nostre città.

Alcuni esempi degni di nota: Juventus Stadium di Torino; a Milano il Giardino Verticale di Boeri e i padiglioni dell'EXPO; l'EcoARK di Taipei in Cina; La Thrash House negli USA.

Seguendo la scia degli obiettivi 7 e 11 dell'agenda ONU verso la creazione di comunità energetiche e città sostenibili. Le tecnologie rinnovabili, fotovoltaici e centrali idroelettriche a servizio di comunità di cittadini per vantaggi economici, sociali ed ambientali. Il nostro ritorno ad essere parte attiva del sistema mercato energetico; diventare possibili risolutori della crescente crisi energetica attraverso l'imposizione di tariffe agevolate per le famiglie meno abbienti.

Immaginando città sostenibili la nostra mente arriva inequivocabilmente a parchi e giardini . Questi non sempre sono stati a libera fruizione e il percorso che hanno fatto per arrivare come sono a noi è stato abbastanza lungo. Nelle loro molteplici facce, belli, funzionali e da scoprire sono utili mezzi per riconvertire spazi abbandonati e innalzare non solo la qualità dell'aria tramite la presenza di alberi ma anche la qualità della nostra vita, dando colore alle grige città industriali.

Rimodulare abitudini e modalità di spostamento, rompere il viscerale rapporto uomo-auto. Le città si ripensano basate su una mobilità dolce, come quella delle biciclette. Prossimità di servizi e attività per raggiungere in 15 minuti ciò di cui abbiamo bisogno godendo al contempo del passaggio che ci circonda, riapprezzando la nostra realtà