Il 1972 fu un anno di svolta: con la prima conferenza mondiale delle Nazioni Unite su ambiente e sviluppo, tenutasi a Stoccolma, la questione socio-ambientale faceva il proprio ingresso nelle agende politiche internazionali.
Poche settimane prima di quel cruciale appuntamento, il Club di Roma, un’istituzione di scienziati ed economisti guidata da Aurelio Peccei, pubblicava, come frutto di anni di lavoro e ricerche, uno storico rapporto dal titolo eloquente: “I limiti della crescita”.
Era la prima volta, dall’inizio della Grande Accelerazione, che veniva messo in discussione in modo tanto esplicito il modello di sviluppo costruito ed alimentato fino a quel momento, esclusivamente incentrato sulla crescita economica, sulla produzione e sul consumo di risorse e prodotti materiali.