Share Bibliotp - Rete Biblioteche Trapani
Share to email
Share to Facebook
Share to X
By Bibliotp
The podcast currently has 44 episodes available.
Eccomi sono di nuovo io, il generale Fardella. Prima di fare il vostro ingresso nella sala lettura, a me intitolata, vorrei parlarvi di coloro che, come me, hanno contribuito con generosità e impegno alla nascita e alla crescita della biblioteca, il cui ricordo viene tramandato dalle iscrizioni delle lapidi murate nelle pareti di fronte a voi.
Nel 1826, a seguito dello scioglimento della Compagnia dei Bianchi, i nobili confrati cedettero il piano superiore del Palazzo, sede della Confraternita, al Comune di Trapani con il vincolo di utilizzare i locali per allocarvi una biblioteca aperta al pubblico.
Venuto a conoscenza dell’intenzione di istituire la prima biblioteca pubblica in città, spinto dal desiderio di condividere il mio amore per libri e le opere d’arte, come ricorderete, decisi di donare alla comunità la mia raccolta di volumi antichi e di gran pregio, e la mia collezione di tele e dipinti e decisi, inoltre, di offrire una retta annuale per il mantenimento della biblioteca.
Il 21 aprile del 1830 venne solennemente inaugurata la Biblioteca Comunale del Capovalle di Trapani che venne intitolata Fardelliana in onore al gesto di generosità da me compiuto. Poco dopo la biblioteca comunale venne unificata alla biblioteca provinciale, istituita nel 1825, ma mai aperta al pubblico. La biblioteca Fardelliana divenne in tal modo “Comunale e Provinciale”. Nel volgere di pochi anni essa arricchì il proprio patrimonio librario, sia attraverso i doni provenienti da altri nobili trapanesi (come la baronessa Franca Milo che donò la sua collezione privata di 349 volumi), sia attraverso l’acquisto di preziosi incunaboli ed edizioni del Cinquecento da parte del Comune. Successivamente, dopo la soppressione degli ordini monastici, vennero destinate alla biblioteca le opere provenienti da diversi conventi presenti sul territorio. tra cui preziosi corali. Nel 1877 venne incorporata alla Fardelliana la biblioteca circolante, creata da Giuseppe Polizzi che diresse la biblioteca dal 1872 al 1880, il quale riuscì nella difficile impresa, vista l’epoca, di promuovere la lettura tra i ceti meno abbienti.
Anche i miei discendenti continuarono a sostenere questa preziosa istituzione. Infatti, il mio pronipote, Giovanni Battista Fardella, già Sindaco della città, con testamento olografo, istituì un legato in favore della Fardelliana e, affinché l’Ente potesse accettare il lascito da parte di un privato, nel 1889 la biblioteca venne eretta in Ente Morale.
Ancora oggi numerose persone (i miei concittadini e non solo) continuano ad arricchire e animare questo luogo dove il sapere si conserva, si tramanda, si rende disponibile a tutti.
Entriamo adesso nella sala principale del palazzo, Sala Fardella, che accoglie ogni giorno decine di studenti, ricercatori e lettori. Volgendo lo sguardo verso il portone che divide la Sala Fardella dalla Sala Torre Arsa, potrete scorgere l’immagine di una civetta rivolta con la testa in maestà, immagine a voi già familiare, dal momento che vi ha guidato lungo il percorso. La civetta, simbolo di saggezza, è presente nello stemma ancora oggi adoperato dalla Fardelliana, derivato dall’antico stemma dell’Accademia della Civetta, una delle più importanti accademie letterarie fiorite a Trapani nel XVII secolo e che ebbe la sua sede proprio nel palazzo San Giacomo.
Dopo esserci guardati attorno, percorriamo il salone fino in fondo.
OPEN FARDELLIANA
BIBLIOTP
Dopo essere stata sconsacrata, la Chiesa di San Giacomo divenne sede, nel 1624, della Compagnia della Carità di S. Croce, detta dei Bianchi, per via del saio in tela bianco che i confratelli indossavano durante le diverse funzioni. L’abito veniva stretto alla vita da un cordoncino di filo bianco, da cui pendeva una coroncina di dieci palline d’avorio o di legno chiaro, completavano l’abbigliamento un cappello di feltro bianco, guanti e scarpe naturalmente di colore bianco (emblema della purezza d’animo dei confratelli).
La confraternita fu fondata il 2 aprile del 1555, sotto il viceré Giovanni de Vega, con fini caritatevoli e umanitari, ma assunse anche un carattere elitario, infatti per esservi ammessi, oltre ad avere fama di uomini virtuosi, bisognava essere aristocratici di nascita con non meno di 200 anni di nobiltà.
Numerose famiglie nobili trapanesi diedero origine a tale istituzione.
Si narra che la nascita della Compagnia risalga ad un particolare episodio. Alcuni nobili videro abbandonato in strada il corpo di una vecchia, defunta da qualche tempo, di cui nessuno si era preso cura. Mossi da pietà, essi la presero in spalla dandole poi cristiana sepoltura. In seguito si assunsero l’oneroso compito di seppellire degnamente, secondo i precetti della Chiesa, tutti i cadaveri dei miserabili e degli emarginati, che non appartenevano ad alcun ceto, né avevano famiglia.
Altro compito di cui si incaricarono fu quello di dare assistenza spirituale ai condannati a morte. Inoltre si impegnarono anche a vigilare affinché tutti i loro concittadini vivessero in buona armonia e a metter pace tra le famiglie in disaccordo.
La Compagnia entrò lentamente in declino e si sciolse definitivamente nel 1826.
Come potrete osservare, a testimonianza della sua storia è possibile trovare oggi diversi stemmi nobiliari, che, murati, ornano lo scalone principale del palazzo.
Avrete sicuramente osservato diverse lapidi. Esse ricordano alcuni importanti avvenimenti della città. Nell’atrio che porta alla scala principale, sulla destra vedete murata una lapide marmorea di grandi dimensioni che ricorda una pesca miracolosa di corallo, avvenuta a Trapani nel 1673, con dedica a Santa Lucia.
Nella città di Trapani, il culto di Santa Lucia è sempre stato collegato al mondo del mare. Nel trecento i pescatori del quartiere Palazzo, oggi quartiere San Francesco, fecero costruire una chiesa dedicata alla Santa (dove è stata ritrovata la lapide). Nel secolo successivo la corporazione dei pescatori si dedicò principalmente alla pesca del corallo.
In Fardelliana è possibile ammirare solo una parte della lapide originaria, ossia quella con testo epigrafico che, come una carta di navigazione lungo la costa trapanese, fornisce il luogo di ritrovamento del banco corallifero. La parte figurata, invece, è conservata al Museo Pepoli e raffigura tre torri con al centro una croce, un ramo di corallo e una barchetta con due marinai.
Proseguite lungo le scale e fermatevi in cima, prima di accedere a quella che oggi è la sala lettura, per un’altra tappa del nostro percorso.
OPEN FARDELLIANA
BIBLIOTP
La storia di questo palazzo ha inizio alla fine del tredicesimo secolo, in un periodo storico in cui il porto di Trapani era uno dei più importanti del Mediterraneo, ove gettavano l’ancora molte navi che veleggiavano verso il Levante. Era l’epoca delle crociate. Trapani era luogo ideale di sosta per le navi dirette in Terra Santa. Un gruppo di cavalieri provenienti da Santiago di Compostela in Spagna, durante il viaggio per la conquista del Santo Sepolcro, decise di fermarsi nel quartiere Casalicchio, il più antico della città (oggi quartiere San Pietro) e costruire la loro dimora in cui riunirsi e reclutare nuovi affiliati.
Conosciamo meglio questi cavalieri. Si tratta degli appartenenti all’ordine di Santiago, fondato nel XII secolo in Spagna, con origine militare, divenuto dopo qualche anno un ordine religioso.
Giunti a Trapani, i Cavalieri di San Giacomo, oltre alla loro dimora, tra il 1285 e il 1286, costruirono una chiesa sottostante dedicandola a San Giacomo Maggiore, loro protettore. La Chiesa di San Giacomo, con due cancellate, si apriva con un portico a due arcate scandito da colonne marmoree con capitelli corinzi che, come potete notare, è rimasto lo stesso. La chiesa era ad un'unica navata con un altare centrale adornato da lastre di marmo rosso policromo, altare che oggi potete ammirare murato nella parete destra dell’androne del palazzo. Esso è adornato da uno stemma gentilizio e presenta una nicchia centrale decorata da un’enorme conchiglia realizzata in gesso, incastonata tra due colonne. La conchiglia è ricorrente nell’iconografia dell’apostolo San Giacomo Maggiore. Infatti, era consuetudine cucire una conchiglia sul mantello o sul cappello del pellegrino, come testimonianza dell’avvenuto pellegrinaggio alla tomba dell’apostolo di Gesù. Conchiglia che i pellegrini utilizzavano lungo tutto il percorso non solo per sfamarsi ma anche per dissetarsi usando le grandi valve per raccogliere l’acqua da bere. Ancora oggi essa è il simbolo del cammino di Santiago.
La sua presenza nell’altare fa presumere che nella nicchia centrale fosse allocata la statua in marmo di San Giacomo Maggiore, opera del 1522 dello scultore palermitano Antonello Gagini, uno dei più grandi scultori del Rinascimento italiano. Oggi è possibile ammirare la statua al Museo Regionale Pepoli.
Nel corso dei secoli il palazzo che ospitava la chiesa di San Giacomo ha subito diverse modifiche. Se vi spostate in modo da osservare il prospetto, noterete l’aspetto manieristico-barocco della facciata settecentesca. Nel 1747, infatti, essa venne restaurata dall’architetto Giovanni Biagio Amico, il più celebre degli architetti trapanesi, a cui si devono molte pregevoli costruzioni a Trapani. A lui venne affidato anche il compito di sistemare il maestoso scalone in pietra trapanese che subì successivamente vari rifacimenti, sia nell’ Ottocento che ai primi del Novecento ed ancora nel 1967, quando la biblioteca fu ristrutturata completamente con la sostituzione delle originali scansie di legno con l’odierna scaffalatura in metallo e arricchita di nuovi locali. In cima all’edificio è possibile scorgere due statue di stucco di figura colossale che sostenevano una croce, simbolo dei successivi ospiti del palazzo San Giacomo: i confrati della Compagnia di Carità della S. Croce.
Rientriamo e proseguiamo fino ad arrivare ai piedi del grande scalone.
OPEN FARDELLIANA
BIBLIOTP
C’era una volta… è così che cominciano tutte le fiabe, ma quella che sto per raccontarvi non è una fiaba, è un sogno che è diventato realtà e che ha saputo resistere al tempo. Dunque… c’era una volta e c’è ancora un luogo magico, scrigno di tesori e di sapere, un luogo che ha attraversato la storia e ne è stato attraversato. Un’antica chiesa edificata nell’epoca delle crociate e poi divenuta sede della Compagnia della carità di Santa Croce, detta dei Bianchi, fondata dalle famiglie della grande nobiltà trapanese.
Nel 1830 la Chiesa di San Giacomo, ora Palazzo San Giacomo, e il grande salone dei Bianchi divennero la sede della prima biblioteca pubblica cittadina, la Biblioteca Fardelliana, in cui ho l’onore di accogliervi.
E qui entro in scena io: il Generale Giambattista Fardella dei marchesi di Torrearsa. Nonostante la mia formazione militare sono stato da sempre un appassionato della bellezza, grande amante dei libri e collezionista di opere d’arte. Conoscendo il valore della cultura, era mio desiderio che i miei concittadini potessero avere a disposizione una biblioteca pubblica, un luogo del sapere accessibile a tutti. E così, quando nel 1826, a seguito dello scioglimento della Compagnia dei Bianchi, i nobili confrati cedettero al Comune di Trapani il piano superiore del Palazzo, sede della loro Confraternita, io ebbi l’idea di donare la mia prestigiosa biblioteca personale, costituita da pregevoli manoscritti e antichi libri a stampa, e la mia ricca collezione di tele e dipinti. Oggi tutte queste opere d’arte sono custodite presso il Museo Agostino Pepoli, un altro scrigno di tesori trapanesi, mentre i miei preziosi libri hanno costituito il primo nucleo della grande istituzione di cui oggi voglio narrarvi.
Il patrimonio librario della biblioteca si è arricchito sempre più nel tempo, sono mutati i costumi, le epoche, è mutato il volto della città e di questo antico quartiere, il più antico di Trapani, chiamato del Casalicchio, stravolto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale ma Palazzo San Giacomo e la Fardelliana sono ancora qui, a raccontarvi la loro storia, se avrete la curiosità di ascoltarla.
OPEN FARDELLIANA
BIBLIOTP
TrapanIncontra 2024. Girolamo Grammatico presenta “Sopravviventi”
L'autore conversa con Giacomo Pilati, curatore della rassegna Trapanincontra 2024.
Trapanincontra 2024
2 marzo, Biblioteca Fardelliana, Trapani
Trapanincontra è una rassegna organizzata dal Comune di Trapani e dalla Biblioteca Fardelliana, con la direzione editoriale a cura del giornalista e scrittore Giacomo Pilati.
BIBLIOTP Rete delle Biblioteche della provincia di Trapani
Rassegne e Festival letterari in provincia di Trapani
I sopravviventi, Girolamo Grammatico, Einaudi editore 2023
«Ho lavorato con le persone senza dimora per circa diciassette anni. Le storie che racconto sono vere, nel senso che si sono svolte nella trama della mia vita. Sono esperienze che ho vissuto, sentimenti che ho provato, persone che ho incontrato»
Cominciare da ragazzi, con il cuore e la testa leggeri. Lavorare per anni in un centro d’accoglienza per persone senza dimora. Stare a contatto ogni giorno con uomini e donne che hanno perso gli strumenti per abitare il mondo. Conoscerli a fondo e cambiare per sempre. «I senza dimora non hanno le chiavi di casa, le chiavi della macchina, le chiavi del loro destino, non hanno le chiavi di nulla. E noi, che siamo pagati per aiutarli durante il nostro turno di lavoro? Noi chi siamo? La cura o il problema?» «Ho lavorato con le persone senza dimora per circa diciassette anni. Le storie che racconto sono vere, nel senso che si sono svolte nella trama della mia vita. Sono esperienze che ho vissuto, sentimenti che ho provato, persone che ho incontrato», scrive l’autore nella nota finale. Il protagonista di questo romanzo è lui, o meglio il suo doppio giovanissimo: un ragazzo siciliano arrivato a Roma per studiare Sociologia pieno di ideali in testa, che sceglie di fare servizio civile nel più grande centro d’accoglienza della capitale per persone senza dimora. Anno dopo anno, si ritroverà a confrontarsi con le difficoltà quotidiane di quel lavoro e con i limiti dell’istituzione di cui fa parte, a interrogarsi sul senso dell’altruismo e della sua fede, a scivolare lentamente in un isolamento simile a quello delle persone che aiuta, prima di provare a cercare se stesso nelle storie degli altri. Storie che racchiudono il mistero di vite silenziate che possono mostrarsi solo per scintille. Quella di Mimmo, l’anziano calabrese sdentato che non ha mai avuto nessuno che si prendesse cura di lui; o di Hamameh, che viene dalla Siria e non parla e ha un passato criminale da nascondere; o quella della ragazza rumena che sogna di aprire un centro estetico; o di Flavio, che rifiuterà sempre un posto letto e al quale non basterà, come aveva sognato, costruire una famiglia. Il cancello, le chiavi, la casa, la strada, lo specchio: sono realtà concrete, ma anche simboli che non smettono di risuonare a ogni pagina. Se c’è un senso – perché di questo va in cerca incessantemente chi narra, con il suo fare e il suo pensare – va ricercato nella relazione tra esseri umani. Solo così la sopravvivenza di chi è senza casa può dirsi la metafora di come tutti noi abitiamo questo mondo.
Toni Capuozzo presenta il suo libro “Nessuno più canta per strada” (Edizioni Biblioteca dell’Immagine), una raccolta di articoli che narrano gli anni Ottanta.
L'autore conversa con Giacomo Pilati, curatore della rassegna Trapanincontra.
Trapanincontra 2024
20 febbraio, Biblioteca Fardelliana, Trapani
Toni Capuozzo, una figura di spicco del giornalismo italiano, con un ricco background che spazia dalla carta stampata ad importanti telegiornali televisivi, condividerà le sue esperienze e riflessioni maturate durante trent'anni di copertura mediatica dei conflitti globali. Il libro si focalizza sul periodo degli anni '80 in Italia, offrendo uno sguardo retrospettivo sulle sfide e i cambiamenti di quel tempo attraverso gli articoli che hanno testimoniato la trasformazione di un'epoca.
Trapanincontra è una rassegna organizzata dal Comune di Trapani e dalla Biblioteca Fardelliana, con la direzione editoriale a cura del giornalista e scrittore Giacomo Pilati.
BIBLIOTP Rete delle Biblioteche della provincia di Trapani
Rassegne e Festival letterari in provincia di Trapani
Nessuno più canta per strada
Mostra antologica “Antonio Sanfilippo. Segni Forme, Sogni della Pittura. Cento Anni
Intervento di Bruno Corà, curatore della mostra, in occasione della presentazione alla stampa
Castello Grifeo, Partanna 21 dicembre 2023
La mostra “Antonio Sanfilippo. Segni Forme, Sogni della Pittura.
Antonio Sanfilippo ha avviato una nuova stagione di arte astratta italiana dopo il Fascismo, ricongiungendosi alle più avanzate proposizioni dell’arte europea e internazionale. L’ artista ha esordito nell’immediato dopoguerra ed è stato esponente di una nuova generazione di artisti siciliani tra cui si distinguevano Pietro Consagra, Carla Accardi e Ugo Attardi. La sua vena immaginaria, capace di concepire e visualizzare momenti, figure, spazi a lungo osservati e meditati nella propria terra, è stata in grado di trasformarle in forme archetipe, cariche di rimandi nella coscienza individuale e collettiva.
Il progetto espositivo è promosso dal Comune di Partanna, con il sostegno del Dipartimento Regionale e dell’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, con la Fondazione Sebastiano Tusa, Fondazione Sicilia, Sicily Art and Culture, e in collaborazione con l’Archivio Accardi Sanfilippo di Roma.
The podcast currently has 44 episodes available.