“Associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro” e alla “gestione di un'attività di trasmissione di denaro non autorizzata”: sono questi i due capi di accusa che hanno portato all’arresto di Keonne Rodriguez e William Lonergan Hill, i due co-fondatori di Samourai Wallet.
A rivelarlo è stato un comunicato stampa dell’ufficio del procuratore federale del distretto Sud di New York, pubblicato il 24 aprile scorso.
Nella nota del Dipartimento di Giustizia si legge che le accuse “derivano dallo sviluppo, dalla commercializzazione e dalla gestione da parte degli imputati di un mixer di criptovalute che ha eseguito oltre $2 miliardi di transazioni illegali e ha facilitato più di $100 milioni di transazioni di riciclaggio di denaro provenienti da mercati illegali del dark web, come Silk Road e Hydra Market”.
Quello degli Stati Uniti è un vero e proprio attacco frontale alla privacy motivato pubblicamente dal solito pretesto del riciclaggio. Lo si deduce non tanto dalla notizia dell’arresto dei fondatori di Samourai, quanto nei dettagli del comunicato. L’ammontare di $2 miliardi di transazioni definite “illegali” corrisponde, come specificato nel prosieguo del documento, alla totalità dei pagamenti passati attraverso Samourai dalla sua fondazione.
Dall'avvio del servizio Whirlpool nel 2019 circa, e del servizio Ricochet nel 2017 circa, oltre 80.000 bitcoin (per un valore di oltre $2 miliardi) sono passati attraverso questi due servizi gestiti da Samourai.
Con l’incriminazione di Samourai l’autorità dichiara per iscritto due cose:
* Il DOJ considera tutte le transazioni di CoinJoin illegali;
* Il DOJ considera ogni software non-custodial come un money-transmitter, ossia ciò che sono stati considerati finora gli intermediari come banche e servizi di pagamento.
Le implicazioni sono di una gravità rara. Per capirlo serve però fare un passo indietro e capire che cosa sia il CoinJoin.
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