L’economia circolare applicata al vino è un contesto operativo
cruciale per il nostro Paese. Con 545 varietà di vite da vino e 182
varietà di vite da tavola, le produzioni italiane riflettono una
biodiversità naturale che diventa capitale culturale ed economico,
un capitale da gestire con buon senso, in chiave rigenerativa, come
l’economia circolare applicata al cibo ci insegna.
“Bevi responsabilmente”, ci viene chiesto, ma quel vino è stato prodotto
responsabilmente? E chi lo ha prodotto gestirà poi rifiuti e scarti
responsabilmente? Quattro esperienze significative, scelte in rappresentanza delle dieci azioni che cominciano per “R” con le quali si può definire l’economia circolare per il vino (da Rifiutare a
Recuperare), dimostrano che è possibile. Ma c’è anche un altro
aspetto da tenere presente, quello della sostenibilità sociale della
produzione vitivinicola, per prevenire e contrastare le forme di
distorsione del mercato del lavoro. Per tutto questo, è stata messa
a punto una certificazione dedicata alle aziende del settore il cui
obiettivo è quello di dare credibilità a ciò che si proclama e
orientare i consumatori nelle proprie scelte.
Intervengono: Franco Fassio, docente di Design Sistemico; Roberta Destefanis, project manager di circulareconomyforwine.it; Gabriele Proglio, professore associato di Storia contemporanea; Lorenzo Bairati, professore associato di Diritto Privato Comparato, tutti dell'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.