Non avevo un luogo, date le origini sparse tra città e case diverse, ho imparato e sempre pensato che il mio luogo è spazio del pensiero, è un certo paesaggio, quella determinate persone... per stare bene ovunque, hai quel luogo, che è tuo. Uno stato d’animo ideale. Non sapevo che ci fosse un luogo per me. E invece c’è. E lo trovato con in braccio mio figlio Gioele. E’ un luogo che penso spesso. E’ facile da raggiungere, almeno una volta l’anno di devo andare per “esplorarmi”. Un luogo che cerco di condividere con gli amici, nessuno mai resta deluso. Li lascio vagare e a fine giornata li ritrovo. E come sempre sono io quella che li accompagna in un punto preciso, dove ogni volta, appena arrivata, li metto su una porta divelta, di un azzurro sempre più sbiadito dal sole, sistemo una piccola pianta di rosmarino togliendo le parti secche e entro in quello spazio vuoto, con un tetto che non c’è più.
Una vista straordinaria lontano, un bianco, non di neve, ma del marmo della cava di massa, e un silenzio, un po’ come questi giorni di emergenza, la mattina presto sul balcone di casa guardando i condomini e le ciminiere. Immagino ora di camminarci dentro, ci vogliono al massimo tre ore per percorrerle, con quel luogo, è tutto lì.
Mi piace pensare sia grande come una mano, di una gigantessa che ha fili d’oro per capelli. Mi piacerebbe e lo dico spesso, lasciare, nel rituale della mia trasformazione in altra materia, le mie ceneri a Campo Mariella. Così si chiama quella punta, ha il mio nome.
E dopo la breve e intensa cerimonia litri di vino sotto il fresco dei pini e il profumo di elicriso, e bagni di sole, e mare, in un punto in cui la poseidonia resiste nel tempo. Vedo mio figlio accompagnato dai miei amici che sceglierà, pago io, gli dico e lui ride, anch’io. Deve essere una festa serena, di una dolcezza straziante, come è quel luogo.
Arrivi in treno fino a Spezia, poi c'è un bus navetta e la strada finisce proprio lì.
E si può affittare, da persone che conosco, a cui sono affezionata, casa del prete, da cui si vede la Lunigiana, o la storica antica locanda Lorena, della famiglia Basso, con Giuseppe capofamiglia e cuoco, che fa dei piatti... dal gusto di mare... Oppure da Roberta, che ha rimesso a posto la casetta degli attrezzi, con il b&b Casa del Pescatore, da cui vedi la punta di Porto Venere, distante 5 minuti in barca. Con la bella casa di pietra di Franco, il marinaio. Restiamoci qualche mese lì, in mezzo al mare, un luogo da sogno. Ma esiste? Una zolla di terra, è l’isola Palmaria.