Grazie alla domanda di @marziacapaldo oggi chiudiamo un può un ciclo relativo alla crisi del 2008/09 vedendo cosa è stato fatto sdopo la cisi per uscire dalla recessione che si era creata.
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Per capire crediti easing e quantitative easing sono necessari i tasselli visti nelle puntate precedenti su cosa faccia la banca centrale e sull'importanza della moneta moltiplicata dalle banche commerciali.
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Quando le banche commerciali non fanno quello che dovrebbero fare, ossia prestare soldi e creare moneta, qualcuno deve farlo al posto loro: la banca centrale. E in che modo può la banca centrale creare più moneta che controllare i tassi d'interesse? Beh può aquistare titoli di Stato in mano alle banche commerciali (questo è ikl Quantitative Easing) o acquistare obbligazioni o titoli di imprese private (questo è il Credit Easing) e in questo modo immettere moneta nel mercato da una parte e ridurre i tassi di interesse di titoli di Stato e dei prestiti a privati. In questo modo si ha un doppio effetto espansivo e di incentivo all'aumento della moneta nel mercato.
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Questo e molto altro nella puntata di oggi del podcast
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Buon ascolto!

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Questa settimana rispondo a @lendix e @pietrofiorese che mi hanno chiesto entrambi di raccontare il resto de "La Grande Scommessa" (The Big Short, in inglese), nello specifico cosa siano i CDO (Collateral Debt Obligations) e i CDS (Credit. Default Swap). E Pietro chiede anche come mai solo in pochi si siano accorti di cosa stesse succedendo!
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Riassumendo i CDO sono dei derivati che hanno come sottostante dei titoli di debito. Ma immaginateli un po' come dei calderoni che contengono debiti di vario tipo, quindi debbiti buoni sono mischiati a debiti cattivi, e tutti assieme prendono un rischio più basso. Però se poi nel tempo i debiti buoni spariscono e ci sono solo debiti cattivi allora il calderone rischia di riempirsi di merda, e per quanto vuoi spacciarla per cioccolato, prima o poi qualcuno se ne accorgera!
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I CDS sono dei derivati che si fanno a protezione dal rischio di default di un prestito che si fa a terzi. Per paura di non essere ripagati si può fare un CDS che trasferisce il rischio di pagare il debito a chi lo acquista in cambbio del pagamento di soldi. Quindi è una sorta di scommessa, uno scommette che non verrà ripagato e l'altro scommette che si. Finchè il credito viene ripagato, chi ha acquistato il CDS paga dei soldi a chi l'ha venduto. Se il credito va in default (non viene più ripagato), chi ha il CDS riceve i soldi che gli mancano più gli interessi, e chi ha venduto il CDS deve pagare quelle somme al posto del debitore originale!
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Questo e molto altro nella puntata di oggi, che riprenderò la questione seguendo le vicende del film e della realtà!
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Anche questa settimana un episodio integrativo alla puntata del mercoledì. Oggi uniamo un po' i puntini che collegano l'inflazione alla disoccupazione e vediamo se sia possibile una piena occupazione.
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La relazione inversa tra inflazione e disoccupazione non è stata vista per la prima volta da Phillips e la sua curva, ma già Keynes prima di lui aveva studiato il mercato del lavoro in relazione al livello dei prezzi, e aveva teorizzato che un aumento dell'occupazione avrebbe portato ad un aumento dei prezzi. Secondo la teoria del lavoro di Keynes, un occupazione completa avrebbe portato i lavoratori a lavorare meno visto che la probabilità di perdere il lavoro sarebbe stata nulla. Quindi per fare in modo che i lavoratori lavorassero di più Keynes prevedeva che le imprese avrebbero alzato lo stipendio per incentivarli portando ad un aumento dei prezzi, o al contrario se non ci fosse stato un aumento dello stipendo e la produttività sarebbe rimasta bassa, il costo della produzione a parita di output sarebbe aumentato, portando anche in questo caso all'aumento dei prezzi. Visioni diverse ma risultati simili alle idee di Friedman 40 anni dopo.
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Quindi la correlazione tra lavoro e inflazione non viene fuori dal solo studio di Phillips, ma già precedentemente di teorizzava che potesse avvenire, e Phillips in un certo senso ha confermato questa relazione.
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Ma è veramente così? Beh in condizioni di stabilità economica, priva di shock, questa teoria può funzionare, ma se altre variabili che incidono su inflazione e occupazione camviano, beh anche la relazione cambia.
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Oggi vediamo un excursus della teoria del lavoro e della disoccupazione e in quali casi sia possibile raggiungere la piena occupazione e che limiti hanno questi casi nella loro applicazione alla realtà!
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EP. 71 - Quando c'è piena occupazione? (NAIRU)
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Grazie alla domanda di @lionel_melsi che mi chiede come funzioni la Curva di Phillips nel lungo periodo e di cosa sia il NAIRU (Non-accellerating inflation rate of unemplyment), prendo la domanda al balzo per parlare della teoria dell'occupazione e di come venga vista la disoccupazione in economia.
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Perchè parlare di disoccupazione quanto mi chiedono il NAIRU? Perchè sono dei concetti intrisecamente legati visto che il NAIRU è il tasso di disoccupazione che non permette all'inflazione di non crescere in modo accelerato. Ma come? C'è un tasso della disoccupazione per cui l'inflazione accelera di più di altre situazioni? Si esiste e per capirlo bisogna capire come funzione la disoccupazione e come viene vista in economia.
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Per farlo chiamiamo in causa Freidman, Modigliani e Papademos che cercando di spiegare la Stagflazione hanno invvece spiegato come mai aumenta l'inflazione in modo esponeziale se la disoccupazione scende sotto un certo livello.
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Quel livello è il NAIRU ed è l'obbiettivo target delle banche centrali che hanno la piena occupazione negli obbiettivi (USA e Australia per citarne due).
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Questo e molto altro i n puntata!
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Visto che in 15 minuti non si riesce ad affrontare un tema così vasto, questa settimana aggiungo una puntata bonus per vedere altre cose sui tassi d'interesse e il loro andamento, e più nello specifico la relazione con i mercati finanziari e perché li influenzano.
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In a nutshel: se l'inflazione sale i tassi d'interesse salgono e i mercati scendono. Tutti i mercati? No non tutti, principalmente le aziende che sono indebitate maggiormente e che quindi per un aumento dei tassi subiscono un aumento dei costi degli investimenti che hanno fatto (debiti a lungo) e quindi hanno minori flussi di cassa. Siccome le azioni incamerano il valore di tutti i flussi di cassa futuri, una riduzione dei flussi di cassa porta le azioni a scendere di valore!
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Grazie alla domanda di @robiilacee oggi continuiamo nella nostra comprensione del mercato della moneta, e in particolare di come si muovono i tassi d'interesse. Chi li muove? Come? E come mai?
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Dopo un recap su cosa siano i tassi d'interesse e come mai ci sono investimenti che hanno tassi più alti di altri (recap della puntata sullo Spread), andiamo a vedere come si comporta una Banca Centrale, che non deve chiedere a prestito soldi, ma deve decidere quanti crearne!
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Se fossi una banca centrale, come decideresti quanta moneta creare? Se mai diventassi una banca centrale, sappi che i tassi d'interesse ti semplificherebbero la vita!
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Buon ascolto!
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Come si determina il valore della moneta?

Grazie alla domanda di @simonequ oggi rispondo ad una domanda che mi avete fatto spesso e che ho affrontato spesso nelle live. Ora anche chi non ha sentito le live può sentire la risposta.
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Il valore della moneta nei secoli è derivato da diversi fattori. In molti ricorderanno la convertibilità con l’oro, ossia se qualcuno voleva poteva andare alla banca centrale e chiedere oro in cambio delle monete che aveva.
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Ora non è più così, quindi cosa da valore alla moneta? Beh ci sono due fattori, il primo è che la moneta a valore legale, quindi è la legge che gli attribuisce un certo valore di scambio. L’altro è dato dalle cose che la banca centrale ha comprato per immettere la moneta nel mercato. Si perché la banca centrale non stampa moneta all’infinito che viene elargita senza motivo, ma ogni moneta emessa, è emessa in quanto qualcosa è stato comprato dalla banca centrale con quella moneta, che l’ha fatta quindi entrare nell’economia. E per quella moneta emessa la banca centrale detiene un asset nei suoi bilanci.
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Buon ascolto!
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Come diventare ricchi investendo in borsa?

Questa settimana non rispondo ad una domanda ricevuta, ma ad un messaggio che ricevo spesso, ossia come diventare ricchi investendo in borsa! In particolare l'indipendenza finanziaria raggiunta grazie agli investimenti in borsa!
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Da quando il podcast è nato, poco più di un anno fa, ad oggi, in molti mi hanno contattato in privato chiedendomi su cosa investo, quale sia la prossima azione su cui investire, oppure quale sia il metodo per "giocare" in borsa per diventare ricchi... sono sicuramente la persona giusta a cui chiederlo! #sarcasmo
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Visto che lo scopo del podcast non è insegnare come diventare ricchi, ma far conoscere l'economia, non ci ho mai fatto una puntata a riguardo. Non voglio farvi spoiler se non l'avete ancora ascoltata, però scoprirete i segreti che solo noi che abbiamo studiato economia sappiamo per diventare ricchi in borsa. Di quei segreti che si tramandano e che non si trovano in nessun libro. Pensate quanto segreti sono se solo noi li sappiamo e non si trovano da nessun'altra parte, proprio nell'era dell'informazione accessibile a tutti.
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Scherzi a parte, non sono verità assolute, ma solamente come la penso io in questo. momento della vita, e proprio per questo vi chiedo: voi cosa ne pensate?
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In puntata cito anche dei libri per il trading e Originals (di Adam Grant), i link a tutti i libri che vi consiglio per chi parte da zero e anche per chi è già scafato, li trovate qui: https://linktr.ee/economia.a.polpette
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Buon Ascolto!
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Oggi grazie alla domanda di @andreaslauferray ritorniamo a parlare del mondo delle cryptovalute, più nello specifico di come vengano inserite nei mercati di scambio, ossia come sono "quotate".
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A differenza delle azioni, le cryptovalute hanno un processo molto più articolato per arrivare ad essere quotate nei mercati principali, chiamati. "central exchanger". Prima di arrivare nell'olimpo delle cryptovalute, un token ha un percorso quasi obbligato che deve percorrere facendo una sorta di gavetta.
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Partendo prima da exchanger più piccoli, una crypto deve farsi le ossa e costruire la sua community e reputazione, prima di potersi presentare sul tavolo dei grandi. È come un opera d'arte, più famosa diventa e più viene desiderata, più ha le possibilità di essere presentata negli exchanger che contano.
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Se avete intenzione di fare una crypto valuta, armatevi di pazienza, di un team con le palle cubiche e di un idea innovativa, senza di queste non potrete avere possibilità di ingresso negli exchanger che contano!
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A grande richiesta ho creato, un link con una lista di letture per tutti i palati, relative ad economia e affini. Se avete esigenze particolari, contattatemi e aggiungerò anche titoli su vostra richiesta. Lista in aggiornamento continuo: https://linktr.ee/economia.a.polpette

Grazie alla domanda di @_angelomerlini oggi vediamo un’altra dimensione dell’economia, la green economy.
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La green economy non è una vera e propria teoria economica ma un insieme di idee su come gestire l’economia.
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Non è una teoria economica Perché non presenta dei veri e propri modelli economici che studiano in modo teorico i comportamenti dell’economia, ma propone delle soluzioni alternative in vista di una visione più ampia e di lungo termine, che tiene in considerazione il fatto che la produzione industriale non solo non ha materie prime in modo illimitato, ma anche produce delle esternalità (come l’inquinamento), che hanno un impatto sulla vita di tutti nel mondo, imprese comprese.
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La green economy ha in realtà una storia più lunga di quella che sembra, però ha preso maggiore peso a partire dagli inizi del XXI secolo viste la presa di coscienza, in varie discipline, che l’uomo ha un impatto sul pianeta e ad oggi non è positivo. In più se si continua per questa strada finiremo molto male, in quanto non solo finiremo le materie prime con cui produciamo cui che usiamo, ma anche porteremo io pianeta ad essere invivibile non solo per molte specie animali, ma soprattutto per noi stessi.
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Consci di questo, i consumatori prima e le imprese poi, hanno iniziato ad richiedere ed adottare politiche di riduzione dell’impatto ambientale delle imprese e la riduzione di consumo di risorse naturali non rinnovabili. Non ho parlato di esternalità nella puntata ma potremmo farlo nelle puntate successive, a voi le domande!
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La green economy non ha una linea consolidata ma è ancora in divenire d procede per nuove idee messe in pratica e emulazione dei best case practice. Ovviamente non è tutto rosa e fiori e ha i suoi limiti, ma di quelli ne parlo nella puntata di oggi.
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Buon ascolto!