Elogio del camminare è anche un bel libro dell'antropologo Le Breton. Nel cammino si scopre se stessi e l'altro, ci si consumano le scarpe come ha detto Papa Francesco. Il camminare come gesto rivoluzionario e di rispetto nei confronti di chi non può viaggiare il mondo in libertà è stato una costante dei miei viaggi tra i confini fin dal primo viaggio, fin da quel 2004 anno in cui sembrava cadere l'ultimo muro. Purtroppo non è stato così e allora nelle prossime puntate vi narrerò di confini attraversati a piedi per sentirne l'anima e le sue contraddizioni. A partire da Gorizia dove sono da pochi giorni tornato.

Come ogni anno in occasione del giorno della memoria una breve riflessione che inevitabilmente quest'anno diviene uno con le memorie del recente passaggio di mio padre. Il mare come la storia costruisce e disfa e ci insegna a ricordare. Come le società ricordano? Quali sono i pericoli insiti nello sgretolamento della memoria? Questo e altro in questa breve riflessione su ciò che è stato e che rischia ancora di essere.

Dopo lunghi mesi di silenzio il Balcanauta riprende il racconto. Sono stati mesi di ricerca e riflessione e di viaggi sui confini. Osservando l'Ucraina ci porta sulla linea del confine tra UE e Ucraina attraverso brevi ma intense etnografie. Per osservare ciò che accade anche lontano dal fronte e come il confine si riconfigura. Buon viaggio amici e che il confine non sia mai per voi muro, filo spinato e respingimento, come molte anime perdute nel transito

Olivais Sul, Lisboa una sera d'estate, il Parco Vale del Silenzio mi fermo ad ascoltare le voci ad osservare i "colori" della gente intorno a me e mi accorgo che per qualche ora tutto è in equilibrio e tutto sembra parlare di Pace. Con me ho un libro bellissimo "Il bacio di Brianna" di Gennaro Della Volpe in arte Raiz dove assenze e presenze si rincorrono. E nel mio cuore l'intensa e commovente interpretazione di Imagine da parte del poeta Eddie Vedder e quasi sembra che un altro mondo sia possibile. E se provassimo ad immaginarlo ?

"Il mare è in ritardo di un mese" queste le parolemare è di un mio amico balneare di professione che del mare vive. Un mare quello della spiaggia di Sant'Agostino a Gaeta che riplasma continuamente la spiaggia a suo piacimento perché non sente ragioni. E quest' anno è in ritardo e chissà durerà fino a novembre l'estate. Spesso facciamo programmi ma bisogna arrendersi che spesso anche nella nostra vita qualcosa arrivi in ritardo e forse non è neanche un male.

Nell'Agosto scorso mi sono recato al confine tra tra la regione ungherese del Bereg e la Transcarpazia ucraina. Ho attraversato il confine e passato alcune ore a Vylok in terra ucraina cercando tracce di un guerra che forse diviene sempre più lontana anche in quella che possiamo chiamare l'Ucraina Europea. La registrazione di questo passaggio del confine tra pace e guerra è rimasto a lungo nel cassetto in attesa di un giorno in cui valesse la pena condividere riflessioni di pace in un giorno di guerra. E oggi è il giorno perché anche oggi 24 febbraio sarà un giorno di guerra sulle strade del paese che convenzionalmente chiamiamo Ucraina.

Come raccontare l'odissea della migrazione? Come far percepire il dramma dell'Odissea di chi lascia il poco ma sicuro per l'incertezza? Alcune volte serve anche la poesia e l'arte del raccontare senza tralasciare il reale. Questo e altro è "Io Capitano" di Matteo Garrone.

Se vi trovate a visitare l'isola di Mainland nelle Orcadi non potrete evitare di visitare una piccola opera d'arte esempio di vera resilienza. Tra il 1943 e il 1945 prigionieri di guerra italiani deportati nel campo 60 e impegnati nella costruzione delle Churchill Barriers nella baia di Scapa Flow anche grazie al benestare dei propri "custodi" realizzarono una piccola cappella in due piccoli depositi fatti di lamiera. Con i pochi materiali recuperati nel campo e la maestria di veri artisti realizzarono un miracolo di ferro cemento e fede ... E la regalarono alle popolazioni del luogo per cui questo luogo è divenuto parte del proprio patrimonio culturale. Quando i giusti si incontrano non importa da che parte stiano sono possibili miracoli di pace in tempo di guerra. Oggi la voce dei giusti è travolta e vilipesa e chissà se sarebbe possibile una nuova cappella italiana.

Anche il Balcanauta va in ferie e quasi sempre in territori che sono lontani dall'usuale balcanico. Questa volta vi porto in Scozia. In questa prima puntata tra il serio e il faceto attraverseremo grandi spazi contrassegnati da castelli e leggende. Non perdetevi poi la seconda puntata perché vi racconterò una storia incredibile di guerra e di pace e resilienza. Buon viaggio.

Passare il confine tra Tzisabek e Vylok rappresenta al momento la conclusione di questo personale pellegrinaggio tra i confini. In questa puntata vi racconto il confine con le sue dinamiche "informali" e le sensazioni di attraversare da uomo libero parte millesima di un paese che libero non è. Eppure qui al margine, in una zona dove l'85 % della popolazione è di origine ungherese la guerra sembra davvero un'eco lontana. Ma è davvero così?