Nelle ultime settimane la questione Covid è tornata a far parlare di sé in relazione alla Commissione di inchiesta parlamentare promessa da Fratelli d’Italia in campagna elettorale. A distanza di un anno la Commissione non solo non è ancora in funzione ma pare essersi impantanata nei meandri della peggiore burocrazia politico-statale della Repubblica.

Scrivo questo episodio, dunque, per stilare alcuni punti e precetti su cui – a mio avviso – la Commissione di inchiesta dovrebbe basarsi per essere credibile: dalla parabola della mascherina al green pass sul lavoro.

Inutile riavvolgere il nastro su quanto è successo, purtroppo, nell'omicidio di Giulia Cecchettin. Una tragedia inaccettabile, una barbarie. L'intento di questo breve episodio non è quello di riportare la cronaca che ahimè tutti conosciamo, bensì quello di districarsi e difendersi dall'attacco dei soliti noti, protetti dal mantello del perbenismo, del politicamente corretto e della comoda adesione alla narrazione vincente, quella che più coinvolge emotivamente in un determinato momento.

Nell'ambito dell'omicidio Cecchettin - possiamo ormai dirlo con certezza - si sono aperti due fronti: quello della cronaca nera in sè e quello del cosiddetto femminicidio, riconducibile alla società italiana strutturata sul modello patriarcale.
Andiamo dunque a concentrarci e ad approfondire questo secondo aspetto che sta letteralmente impazzando nel dibattito pubblico italiano.

Manchester, 23 maggio 2021. All'Ethiad Stadium è appena finita la partita tra il Manchester City di Pep Guardiola e l'Everton, allenato in quel periodo dal nostro Carlo Ancelotti.
È una partita a senso unico, finisce 5 a 0 per i padroni di casa. Di certo una festa per i tifosi del City, una bella delusione per i tifosi dei blu di Liverpool.
Nulla a che vedere, purtroppo, con il ricordo che avrà di quell'incontro il numero 10 della squadra Gylfi Sigurdsson. Manchester City - Everton del 23/05/2021 è ad oggi la sua ultima partita giocata.

Stella del calcio Islandse e calciatore di respiro internazionale, in patria è considerato come un vero e proprio riferimento sportivo e umano. In realtà é così fino al 16 luglio 2021. Sigurdsson viene arrestato, è accusato di pedofilia. La moglie va via di casa, gli sponsor lo abbandonano, l'Everton fa finta di non conoscerlo nonostante le 129 presenze.
il videogioco Fifa lo cancella, come se non fosse mai esistito. Innocente fino a prova contraria? Forse in teoria, in pratica?

In questo episodio sport, spettacolo, politica e società si incrociano in un rapporto tossico fino a produrre storture indegne di un ordinamento giuridico moderno.
Prima domanda da porsi: siamo tutti coinvolti?

Dalle dichiarazioni di Giorgio Napolitano del 2010 al devastante terremoto del 2023.
La Siria ha attraversato un decennio terribile, caratterizzato dal violentissimo conflitto conosciuto come "Guerra civile siriana". Tra le pressioni straniere, le divisioni interne al territorio e l'intensa propaganda contro il regime di Bashar Al-Assad, è veramente difficile trovare qualcosa di civile in quello che sembra a tutti gli effetti un conflitto internazionale.

Andremo dunque ad analizzarne alcune fasi, specialmente gli eventi che hanno gravitato intorno all'operazione Fonte di Pace del 2019, l'incursione nel nordest siriano da parte della Turchia.
Da questa emergeranno moltissime contraddizioni più o meno celate da parte soprattutto della Sinistra sia italiana che europea.

“Europas Schande”, “Vergogna d’Europa” è una poesia di Gunter Grass del 2012. Le parole dell'intellettuale tedesco sono una vera e propria stoccata all’Unione Europea riguardo la situazione di estrema crisi che sta vivendo la Grecia, la culla dell’Europa, in quegli anni, e ancora oggi.

In pochi versi, Grass ripercorre la storia recente della Grecia, rimarcando il ruolo ambiguo e ipocrita, delle istituzioni occidentali, esprimendo uno sdegno senza pari per la condizione dei compatrioti europei greci.

In questo episodio andremo a riconsiderare il ruolo dell’Unione Europea, la sua azione e le sue ombre al ritmo della poesia del genio di Gunter Grass. Un’occasione per aprire un fronte di discussione riguardo la crisi greca, una vergogna per Bruxelles di cui si è parlato poco e dalla quale la culla d’Europa non è ancora uscita del tutto.

Quattro attivisti BLM buttano in acqua – a Bristol – la statua di Edward Colston, mercante transatlantico. Due anni dopo, nel 2022, dopo essere stato assolto, uno di loro dirà di essere dalla parte giusta della storia. Partiremo da qui per approfondire e concludere la disamina di Black Lives Matter.

L’Happiness di Thomas Jefferson incontra la Wretchedness di David Walker in un contesto sociale infuocato dal dominio della forza sin dalla Dichiarazione d’Indipendenza. Uno sguardo anche a Malcolm X, Martin Luther King e alle Black Panthers - le diverse anime del Popolo nero protagoniste della seconda metà del ‘900 - per arrivare a Donald Trump, a Joe Biden e al controverso attivismo di BLM proprio durante le elezioni presidenziali del 2020.

In questo episodio, per farla breve, continuiamo l’analisi – dalla “parte sbagliata della storia” - del fenomeno BLM: we will not apologize, non ci scuseremo.

Tutti conosciamo Black Lives Matter.
Per molti rappresenta un’occasione per rivendicare istanze di uguaglianza e giustizia sociale ma in pochi sono andati ad analizzare le ragioni storiche e culturali di questo movimento, inquadrato in uno dei contesti sociali più controversi del pianeta, quello americano.

Nel giro di due episodi, attraverso l’analisi dell’elemento della violenza andremo a riconsiderare l’attivismo di Black Lives Matter e la sua connotazione razzista e iconoclasta, strutturata ideologicamente nella cultura della cancellazione e nella fantomatica colpevolizzazione della civiltà occidentale bianca.

Dalla questione della tratta atlantica, alla stortura della schiavitù istituzionalizzata fino ad arrivare alla tragedia della guerra civile americana, analizzeremo il contesto sociale non del razzismo ma della violenza sistemica che caratterizza gli Stati Uniti fin dai tempi della Dichiarazione d’indipendenza.

Ciao, ti trovi su “Il Razzo e La Wakizashi”.
Mi chiamo Dario Papale Scuderi, ho ideato questo podcast per costruire uno spazio di riflessione riguardo gli eventi che caratterizzano la nostra quotidianità. Qui possiamo fermarci e analizzare un evento o un argomento circoscritto, senza rincorrere la “cosa corrente”.

Ho scelto il Razzo perché si tratta di un’invenzione europea che ci proietta nel futuro. Con la sua propulsione, ci spinge a migliorarci andando sempre più in alto.
La Wakizashi è la spada giapponese che ci riporta su una dimensione umile. Salda tra le mani, è attacco e difesa, pensiero e azione. Se non siamo all’altezza, è la nostra compagna per un’onorevole fine.
E’ attraverso questo sguardo verticale che si svilupperà il podcast, così che ognuno possa costruire, mattone dopo mattone, una propria visione del mondo.
Non mi resta che ringraziarti e augurarti un buon ascolto. A presto!