La prova d’autore di Viollet-le-Duc si realizzò a Carcassonne, la meravigliosa cittadella fortificata edificata su una collina nel sud-ovest della Francia, tra Narbonne e Tolosa. La città, con la sua doppia cerchia di mura e le sue 53 torri, dal 1997 compare nella lista dei Patrimoni dell’umanità dell’Unesco. Ma nella prima metà dell’Ottocento versava in uno stato pietoso: le torri e le case cadevano a pezzi e la popolazione si era trasferita da tempo nella città bassa.
Il castello di Pierrefonds
Ma il restauro più discutibile e traumatico di Viollet-le-Duc fu quello esteticamente perfetto che interessò il castello di Pierrefonds, a nord di Parigi, sul confine nord-orientale della foresta di Compiègne: un’imponente struttura del tardo Trecento, ricostruita, dopo alterne vicende, su un antico edificio che risaliva al XII secolo, e poi distrutta, nel 1617, per ordine di Richelieu.
Quando, alla fine del 1863, apparve a stampa il primo volume dei suoi "Interviste sull'architettura", Eugène Viollet-le-Duc venne nominato professore di Storia dell’arte e di Estetica in quella “Scuola di Belle Arti" che aveva tanto combattuto.
L’ultima passione: il Monte Bianco
Nel 1868 lasciò la frenetica vita parigina per trasferirsi a Chamonix, sedotto dall’ultima, grandissima passione della sua vita: la montagna. Il Monte Bianco lo affascinava: lo studiò in modo minuzioso, come aveva fatto con l’arte medievale. Ne analizzò l’immagine, la struttura geologica e la storia.
Il dizionario della bellezza
Sir John Summerson (1904-1992), uno dei più importanti storici dell’architettura del Novecento ha scritto che in Europa “ci sono stati due supremi teorici della storia dell’architettura: Leon Battista Alberti ed Eugène Viollet-le-Duc”. Nei dieci volumi splendidamente illustrati del “Dizionario ragionato dell'architettura francese dall'XI al XVI secolo"”, pubblicati tra il 1854 e il 1868, sono descritte in ordine alfabetico le tecniche costruttive e le tipologie dei diversi edifici: le cattedrali, i conventi, le cappelle e le cripte, insieme ai palazzi, ai mercati, alle mura e a castelli.
Il rapporto con l’età medievale segnò la vita del grande architetto. Eugène scrisse in una sua pagina: “Esiste un fascino indefinibile che mi lega alle pietre con cui lavoro. Un fascino tanto vivo quanto sconosciuto, che al tempo stesso risulta essere segreto, intimo, muto”.
AA.VV., Viollet-le-Duc e il restauro dei monumenti, "Restauro. Quaderni di restauro dei monumenti e di urbanistica dei centri antichi", ESI, Napoli, n. 47-48-49/1980. Link Amazon https://amzn.to/3irJeMj
AA.VV., Viollet-le-Duc e il restauro degli edifici in Francia, Electa, Milano, 1981.
Nullo Pirazzoli, Teorie e storia del restauro, Essegi, Ravenna, 1994 (4), pp. 11-62; 113-140 Link Amazon https://amzn.to/3ii7YGu
Nullo Pirazzoli (a cura di), Eugène Emmanuel Viollet le Duc, Carcassonne (trad. it.), Essegi, Ravenna, 1996
Fabia Cigni, Roberto Franco, Restauro e cultura estetica - dodici lezioni di Nullo Pirazzoli, Essegi, Ravenna, 1997, pp. 141-153
Lucina Napoleone, Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc (1814-1879), in B. Paolo Torsello (a cura di), Che cos'è il restauro?, Marsilio, Venezia, 2005. Link Amazon https://amzn.to/3XOSvy8
Giovanni Carbonara, Avvicinamento al restauro. Teoria, storia, monumenti . Link Amazon https://amzn.to/3ESLgfN