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Nuova puntata di Linee Racconta, in cui vi narro le storie degli sportivi che hanno unito alla loro vita agonistica la lotta politica, racconti di vite di donne e di uomini che hanno fatto dello sport qualcosa di superiore, un mezzo per combattere delle battaglie, anche a costo di rinunciare alla propria carriera.
In questo episodio la storia di Věra Čáslavská, ancora oggi una delle atlete più vincenti di sempre alle Olimpiadi, eppure la sua vicenda, segnata dal coraggio e da scelte politiche ben precise, non è nota come dovrebbe essere.
Città del Messico, Olimpiadi 1968. Vera vince l'oro, ex aequo, con la sovietica Larissa Petrik. Sul podio, quando parte l'inno dell'Urss, lei china il capo in segno di disprezzo. Lo fa perché giusto qualche settimana prima l'Urss aveva invaso il suo paese, la Cecoslovacchia, e quell'inno era il simbolo degli oppressori. Vera pagherà caro questo affronto, venendo punita in modo crudele: non il carcere, ma la cancellazione dal mondo. Diventa irraggiungibile, i Sovietici la fanno sparire nel nulla, costringendola a una vita di sottomissione e sofferenza; nonostante questo, non ha mai rinnegato le sue scelte, difendendo sempre il suo Paese e la libertà.
La storia di Věra Čáslavská è un insegnamento per coraggio e forza, tanto da mettere in gioco tutta la propria vita pur di difendere ciò in cui si crede.
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By Matteo Serra & VOISNuova puntata di Linee Racconta, in cui vi narro le storie degli sportivi che hanno unito alla loro vita agonistica la lotta politica, racconti di vite di donne e di uomini che hanno fatto dello sport qualcosa di superiore, un mezzo per combattere delle battaglie, anche a costo di rinunciare alla propria carriera.
In questo episodio la storia di Věra Čáslavská, ancora oggi una delle atlete più vincenti di sempre alle Olimpiadi, eppure la sua vicenda, segnata dal coraggio e da scelte politiche ben precise, non è nota come dovrebbe essere.
Città del Messico, Olimpiadi 1968. Vera vince l'oro, ex aequo, con la sovietica Larissa Petrik. Sul podio, quando parte l'inno dell'Urss, lei china il capo in segno di disprezzo. Lo fa perché giusto qualche settimana prima l'Urss aveva invaso il suo paese, la Cecoslovacchia, e quell'inno era il simbolo degli oppressori. Vera pagherà caro questo affronto, venendo punita in modo crudele: non il carcere, ma la cancellazione dal mondo. Diventa irraggiungibile, i Sovietici la fanno sparire nel nulla, costringendola a una vita di sottomissione e sofferenza; nonostante questo, non ha mai rinnegato le sue scelte, difendendo sempre il suo Paese e la libertà.
La storia di Věra Čáslavská è un insegnamento per coraggio e forza, tanto da mettere in gioco tutta la propria vita pur di difendere ciò in cui si crede.
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