Procedendo da Pistoia verso Ovest, dopo Serravalle Pistoiese, su una curva della stradina che da Pieve a Nievole porta a Montecatini Alto, c’è un ponte. Sul muro in pietra del ponte è riportata, in nero sul bianco del marmo, una frase che si dice sia stata pronunciata in quel punto da Dante Alighieri. Era l’inizio del 1302 quando, con un processo farsa, il Guelfo Bianco Dante fu condannato dai Guelfi Neri all’esilio da Firenze. Nel “Libro del Chiodo”, custodito presso l’Archivio di Stato di Firenze, si legge: «Alighieri Dante è condannato per baratteria, frode, falsità, dolo, malizia, inique pratiche estortive, proventi illeciti, pederastia, e lo si condanna a 5000 fiorini di multa, interdizione perpetua dai pubblici uffici, esilio perpetuo (in contumacia), e se lo si prende, al rogo, così che muoia».
Si narra che un giorno, mentre passeggiava proprio su quel ponte, il Sommo Poeta fu trovato da due soldati dei Guelfi Neri, che lo cercavano per arrestarlo e metterlo al rogo, anche se non lo avevano mai visto prima. «Stiamo cercando Dante Alighieri», gli dissero. «Lo avete visto?» «C’era quando c’ero», rispose Dante. Fu così che, dopo qualche attimo di interdizione, perplessi, i due soldati se ne andarono. E Dante, divertito, riprese la sua passeggiata.
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