Inizialmente Nietzsche ritiene che il vero si disveli attraverso l’arte. In alcune forme d’arte e di religione popolare, e soprattutto nella tragedia, il popolo greco avrebbe affrontato il dionisiaco, ovvero il lato irrazionale, istintuale e distruttivo della vita, rendendolo creativo e fecondo attraverso l’opposizione di un principio opposto, ovvero l’apollineo. L’apollineo è armonia, razionalità, luce. Ma è anche ottimismo, finalismo, stabilità. Durante l’“età tragica” dei greci, il dionisiaco era in primo piano, mentre l’apollineo era riconosciuto come un’illusione. La stessa tragedia avrebbe avuto origine dai seguaci mascherati del dio Dioniso. L’“età tragica” dei greci, secondo Nietzsche, è l’età arcaica, non quella classica. Al contrario il nostro filosofo pensa che proprio nell’Atene di Pericle si sarebbe affermato l’inganno del razionalismo e dell’ottimismo. Euripide, interprete delle idee di Socrate, uccide la tragedia. La società occidentale si costruisce su filosofie teoretiche, antitragiche, tranquillizzanti. L’apollineo viene scambiato per realtà, e il dionisiaco viene eliminato. Ma Nietzsche profetizza il prossimo ritorno dello spirito eroico dei greci. In questa lezione la prima opera importante di Nietzsche viene illustrata in tutti i suoi aspetti.