Herbert Spencer amplia la visione evoluzionistica lamarckiano-darwiniana, ipotizzando che l’evoluzione sia un principio generale dell’universo.
A differenza di altri esponenti importanti del positivismo, Spencer non rifiuta la religione, assegnando anzi ad essa il merito di avere da sempre segnalato l’esistenza dell’inconoscibile, ovvero di qualcosa che va al di là dell’esperienza. Anche la scienza, man mano che scopre nuove cose, conferma l’esistenza di un inconoscibile. Dunque religione e scienza sono correlative.
Spencer vede la scienza come una serie successiva di generalizzazioni, dalle più semplici alle più complesse, ma anche i princìpi primi della scienza rappresentano un sistema solo parzialmente unificato. La filosofia può essere considerata come un ulteriore generalizzazione della scienza, che delinea un sistema totalmente unificato.
L’esperienza ci mostra che i princìpi primi della scienza sono tre: l’indistruttibilità della materia, la continuità del movimento, la persistenza della forza. Essi delineano un universo in continuo e incessante mutamento. La legge di questo mutamento è l’evoluzione. La legge dell’evoluzione unifica questi tre princìpi primi della scienza. La legge dell’evoluzione, filosoficamente e universalmente intesa, ha tre caratteristiche: il passaggio dal meno coerente al più coerente, il passaggio dall’omogeneo all’eterogeneo, il passaggio dall’indefinito al definito. L’evoluzionismo spenceriano possiede venature fortemente ottimistiche: l’universo tende verso la perfezione.
In biologia, Spencer ritiene che l’evoluzione selezioni il più adatto, in base però non a modificazioni casuali (come dirà Darwin), bensì a modificazioni indotte dall’ambiente (come asseriva Lamarck) che si trasmettono ereditariamente. A differenza di Comte, Spencer crede nella psicologia come scienza autonoma. Nella coscienza individuale vi sono caratteri a priori; quindi la mente umana non è “tabula rasa” alla nascita.
Spencer osteggia Comte nella visione della sociologia, che secondo lui deve essere modellata sull’individuo e non deve rischiare di togliere diritti ai singoli. Spencer vede lo Stato e il parlamento come dei nemici, che tendono a limitare la libertà dei cittadini.
Spencer si dimostra conservatore in morale e in politica, poiché determinati presupposti biologici ed evoluzionisti non posso essere modificati. L’evoluzione non può essere abbreviata, e di certo l’educazione e l’istruzione non possono farlo.