Introduzione e intervista ai ViVi
Durante la pandemia, il dibattito pubblico è stato fortemente polarizzato. Chiunque osasse porre domande o sollevare dubbi sulle misure adottate – lockdown, obblighi sanitari, campagne vaccinali di massa – veniva immediatamente etichettato come "NO VAX", "negazionista", "complottista" o peggio ancora.
Tra queste voci critiche c'è stato anche la forza di lotta dei ViVi, cittadini comuni che, trovandosi censurati sui social e privati dei mezzi tradizionali di espressione, hanno scelto una forma di lotta non violenta: scrivere sui muri i loro messaggi di dissenso.
Un gesto simbolico, potente, che oggi qualcuno tenta di ridurre a semplice "imbrattamento", ma che rappresentava, nel loro intento, un grido di libertà.
Alla luce dei dati emersi negli ultimi mesi – con un drammatico aumento della mortalità in eccesso in molti Paesi, l'ammissione ufficiale di effetti avversi gravi da parte di agenzie sanitarie, e la crescente consapevolezza che molte misure adottate siano state inutili o persino dannose – sorge spontanea una domanda:
se davvero si fosse dato più ascolto ai medici indipendenti, agli attivisti, ai giornalisti coraggiosi e alle forze di lotta come i ViVi, quante vite si sarebbero potute salvare?
Oggi abbiamo scelto di ascoltarli, per dare spazio a chi ha avuto il coraggio di dissentire in un momento storico in cui dissentire era quasi proibito.
https://referendumlorenzin.blogspot.com/2025/04/spazio-ai-dissidenti-intervista-alla.html