Di recente sono circolati online diversi video in cui uomini armati, identificati come membri di Hamas, vengono ripresi mentre colpiscono con bastoni e oggetti metallici civili palestinesi nella Striscia di Gaza. I filmati sono stati pubblicati dal COGAT, il Coordinatore delle Attività Governative nei Territori, un organismo dell’esercito israeliano. Non sono note le date esatte né le precise localizzazioni in cui sono stati girati questi video.
In uno dei video diffusi dal COGAT e ripreso da diversi media internazionali, si vedono uomini con il volto coperto, mani legate dietro la schiena, sdraiati a terra e colpiti con calci e bastoni in faccia e sulla testa. Le grida sono ben visibili, ma l’audio originale è assente, sostituito da una colonna sonora. Un altro video mostra cittadini gazawi nel caos mentre cercano di recuperare beni da alcuni mezzi, durante quello che sembra un tentativo di ottenere aiuti umanitari. Alcuni uomini, qualcuno con divisa da vigilanza privata, infieriscono sulla folla di adolescenti e giovani colpendoli con assi di legno e fucili.
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Ghassan Alian, generale responsabile del COGAT, ha descritto le immagini come prova della crudeltà esercitata da Hamas sui civili. Ha scritto: “Hamas rappresenta l’essenza del male. Queste scene documentano come il gruppo terroristico mantenga il potere a Gaza attraverso violenza, paura e crudeltà, senza alcuna legittimità popolare”. Diverse testimonianze di residenti confermano la presenza di scontri tra militanti e cittadini comuni, con metodi repressivi volti a mantenere il controllo, tra cui punizioni pubbliche e sequestri di aiuti.
I tentativi di procurarsi cibo fra repressione e disperazione
Diversi video mostrano civili che cercano di accedere ai magazzini degli aiuti, a volte costretti a subire arresti, botte, o marchiati con vernice. La ragione spesso è il tentativo di procurarsi cibo o generi di prima necessità. Un post delle Forze di Difesa Israeliane sostiene: “Questi civili volevano solo mangiare, ma Hamas aveva altri piani”. Già nel dicembre scorso, una rivolta a Rafah era esplosa con un assalto a un camion di rifornimenti, con la polizia di Hamas che aveva aperto il fuoco e causato vittime. Il post è stato ripreso da Instagram e su X dal giornalista David Atherton.
Do not think for one moment the “famine” in Gaza is the fault of the Israelis. It’s Hamas’ thugs stealing all the free UN aid.pic.twitter.com/IyQ4NRH7G9
— David Atherton (@DaveAtherton20) August 24, 2025
La gestione degli aiuti e il ruolo del COGAT
Dal 7 ottobre l’accesso e la distribuzione degli aiuti a Gaza sono al centro di tensioni. Il COGAT ha dichiarato il 10 settembre di aver permesso l’ingresso di oltre 50.000 camion e quasi un milione di tonnellate di aiuti dall’inizio della guerra. I dati parlano di 214 camion raccolti a Gaza solo il 9 settembre, insieme ad autobotti di carburante e gas per le infrastrutture essenziali. Dodici panetterie, distribuite entrambe nel nord e al centro della Striscia, producono circa tre milioni di pagnotte al giorno.
Il governo israeliano ha proposto, tramite il COGAT, di gestire i flussi di aiuti umanitari attraverso hub esclusivamente controllati da Israele. Negli ultimi mesi si sono svolti vari incontri tra esercito, Nazioni Unite e ong per organizzare la distribuzione, sempre più seguita da vicino dall’autorità militare israeliana. Questa gestione è stata pensata per controllare meglio la destinazione dei rifornimenti ed evitare che finiscano nelle mani di Hamas.
Recentemente, il coordinatore COGAT ha annunciato l’avvio di un sistema per permettere l’ingresso graduale di merci attraverso il settore privato a Gaza. Questo meccanismo punta a incrementare il volume degli aiuti riducendo la dipendenza da Nazioni Unite e organizzazioni internazionali. I beni approvati nella prima fase sono prodotti alimentari di base, alimenti per neonati, frutta, verdura e prodotti per l’igiene. Un numero ristretto di commercianti locali ha ottenuto il permesso di partecipare alla distribuzione di questi prodotti fondamentali.
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