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Mille giorni a Palazzo Chigi. Giorgia Meloni taglia un traguardo importante, non solo per la tenuta dell’esecutivo. In un contesto internazionale a dir poco complesso, la prima donna premier della storia repubblicana sta infatti dimostrando una apprezzabile capacità di tenere il Paese lontano dalle insidie e dalle zone di secca che rischiano di fermarne la navigazione. Al primo vero giro di boa per il governo, il commento di Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale, è lucido e schietto allo stesso tempo.
“Poteva andar peggio, nel senso che la congiuntura internazionale è talmente sfavorevole – basti vedere cosa sta accadendo con le guerre e i dazi – che il maggior merito di questo governo credo sia quello di aver tenuto un po’ insieme tutto. E ancora oggi ci sta provando, nel piccolo che può fare l’Italia, a tenere insieme l’Occidente, in un momento non semplicissimo”, ha affermato Sallusti ai microfoni di Nicolaporro.it a margine della Ripartenza 2025 di Bari, di cui è stato ospite.
Certo, l’abilità di Meloni deve comunque fare i conti con sfide articolate. Basti pensare ai rischi di guerra commerciale e all’intenzione del presidente Usa, Donald Trump, di applicare dazi del 30% sull’Europa da inizio agosto. Che ruolo può avere la premier in questo contesto? “I dazi non sono all’Italia ma ai Paesi europei, e in questo momento provare a spaccare l’Europa non credo sia un’idea geniale, né è l’intenzione di Giorgia Meloni”, ha analizzato il direttore de Il Giornale.
Intanto, a essere minacciata è anche la libertà di stampa: nei giorni scorsi alcuni Pro-Pal hanno fatto scattare un blitz proprio davanti alla redazione de Il Giornale e di Libero, minacciando i giornalisti con slogan ed esponendo alcune inquietanti locandine con i loro volti. “Quando si minaccia l’informazione, è sempre una brutta cosa. Però, peggio di minacciare l’informazione c’è il silenzio della grande stampa di fronte a quello che è successo”, ha commentato al riguardo Sallusti. E ancora: “Immaginiamoci cosa sarebbe successo se un gruppo di Forza Nuova fosse andato sotto la sede di Repubblica a fare la stessa cosa: credo ci avrebbero aperto i tg, avremmo avuto mozioni parlamentari, la Federazione della Stampa avrebbe proclamato sei giorni di sciopero… Ecco, siccome viene fatto sotto dei giornali di destra, nessuno dice niente. A me preoccupa di più questa cosa”.
Infine, una riflessione sulla “eresia liberale” di cui Sallusti ha scritto nel proprio ultimo libro. Eresia sì, perché troppo spesso questo pensiero politico viene bollato come irricevibile, discriminato, trattato con sufficienza e messo ai margini del dibattito pubblico. Proprio per questo – ha affermato il direttore de Il Giornale – riaffermarlo con forza è sacrosanto.E doveroso.
“Il mondo liberal-conservatore non è il paradiso terrestre, è popolato anche da personaggi a volte abbastanza bizzarri a tutti i livelli, basti vedere Trump in queste ore, però non c’è un mondo migliore. Tutti gli altri sistemi e le altre formule politico-economiche sono assai peggio. Tanto è vero che, laddove sono state applicate, hanno comunque combinato disastri assoluti”, ha detto Sallusti. Sostenere il pensiero liberal-conservatore – ha concluso il direttore – “credo che sia quasi una missione. Una missione contrastata dal fatto che ci è però negato il diritto di esistere. Quella per farci sentire è una battaglia che anche la Ripartenza di Nicola Porro sta facendo. E non è una battaglia contro qualcuno, semmai è per dire che anche noi abbiamo diritto di partecipare al dibattito democratico esattamente come tutti gli altri”.
Marco Leardi, 19 luglio 2025
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