La povertà, la tristezza e la malattia si intrecciano nelle opere di Antonio Mancini, l’artista che sul finire dell’Ottocento fu in grado di rappresentare lo spettacolo della vita popolare in tutta la sua autenticità. Tra il 1881 e il 1882, rinchiuso in manicomio, realizza le sue opere più profonde, testimoni della sua capacità di materializzare il suo tormento, trovando così conforto e liberazione nell’arte.