Con un background in Marketing e Comunicazione, Patrick Abbattista, che si descrive come “un marketer innamorato del design”, si è avventurato nel mondo del design nel 2008, unendosi al progetto di un amico, uno dei primi blog internazionali dedicati al Design.

Ha contribuito a questo progetto fino al 2015, quando ha lanciato DesignWanted - inizialmente come pagina Instagram, che poi si è evoluta in una vera e propria rivista digitale.

DesignWanted si dedica all'esplorazione delle nuove tendenze e innovazioni del design, soprattutto del design di prodotto, raggiungendo ogni mese milioni di persone che fanno parte della sua vasta comunità internazionale di design.

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Nato a Massa, classe '88, laureato in comunicazione, media e pubblicità alla IULM con un master management dello sport alla business school del Sole24Ore, è da sempre appassionato di sport e di ogni sua sfaccettatura, il che lo ha portato ad occuparsi di marketing & sponsorship nello Sport, sia per leghe e club che per brand interessati a questo settore.

Da Head of Sport di GroupM e Head of Partnerships di Lega Serie A e oggi Founder e CEO di Fortitude Sport & Entertainment, Michele ci racconta il suo punto di vista sull’evoluzione di questo settore e in particolare della sua applicazione al marketing, scoprendo le opportunità che possono essere ancora esplorate con lo scopo di instaurare un rapporto sempre più stretto tra atleti, atlete e il pubblico.

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Mantenere la fiamma della creatività accesa in un contesto, come quello della comunicazione e del digitale che è in costante mutamento, è molto complicato, soprattutto se si è un’agenzia creativa che deve stare al passo con i tempi, ma senza perdere di vista il cuore e l’anima dei progetti.

Proprio di questo e del suo percorso imprenditoriale, ci parla Luca Naj-Oleari, CEO di Alma Agency, una realtà specializzata in idee, strategie e contenuti per un mondo digitale.

00:44 - Ogni tanto mi chiedo: “Chi me l’ha fatto fare?”

01:13 - Il momento di svolta è stato innanzitutto vedere nascere l’agenzia, quindi vedere il concretizzarsi di un’idea.

02:15 - Unendo la mia passione per la scrittura e poi per la comunicazione, ho cercato di costruire un percorso che andasse in questa direzione.

03:10 - Se ci interessiamo meno del percepito, ma ci focalizziamo su campagne sincere, dove riportiamo a galla i nostri valori e le persone che sono l’anima dell’agenzia, riusciamo a distinguerci.

04:45 - Non è facile essere un buon leader sempre, perché bisogna sempre trovare il momento in cui accelerare, frenare, in cui motivare, in cui insegnare qualcosa o dare una direzione. Il bello è farlo insieme, per rafforzare la squadra e conoscersi meglio.

06:12 - Cerchiamo di rispettare il bilanciamento tra la vita e il lavoro. Per me è molto più importante prendersi del tempo per leggere o andare ad una mostra, piuttosto che stare lì a controllare se il team è operativo tutto il tempo. Il mio obiettivo come imprenditore è quello di aumentare la fiamma della creatività.

07:31 - C’è uno scambio di stimoli molto vivo, mettendo tutti nelle condizioni di potersi esprimere liberamente.

09:22 - Il digitale corre talmente veloce che a volte è difficilissimo azzeccare la strategia giusta, quindi ci siamo riposizionati accettando che anche se ci sono ogni giorno delle novità, non per forza vanno cavalcate. Analizziamo le strategie e le necessità, per capire cosa funziona meglio e cosa è veramente necessario.

10:49 - Negli anni abbiamo rivisto la nostra strategia e solitamente le scelte che prendiamo sono propense al rischio, ci piace sperimentare.

13:15 - Vengo da una famiglia di imprenditori, ma quando ho cominciato ad esserlo io, ho dovuto imparare una mole di competenze che mai avrei pensato. È un percorso che ti stupisce ogni giorno ed è bello avere qualcuno con cui condividerlo.

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Come gestire 5 ruoli diversi?

In questa intensa intervista, Davide Cervellin, consulente, advisor e coach ha provato a rispondere a questa domanda, raccontandoci non solo del suo percorso professionale che lo ha portato a ricoprire ruoli importanti e a vivere in diversi paesi del mondo, ma anche di come sia cambiata la sua visione e il suo approccio alla vita, mettendo al centro l’ascolto e il supporto e cercando di restituire alle altre persone ciò che la sua esperienza gli ha insegnato nel corso degli anni.

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Nato a Verona nel 1980 e laureato in Ingegneria Elettrica presso il Politecnico di Milano, Davide Cervellin vanta una carriera che lo ha visto protagonista in aziende come Siemens, Vodafone, Pirelli, eBay, PayPal e Booking. Autore del libro “Office Of Cards”; e conduttore del podcast omonimo, è stato nominato tra le 100 persone più influenti nel campo dei dati da Data IQ per tre anni consecutivi (2018, 2019 e 2020). Cervellin supporta diverse startup in veste di advisor e coach, e collabora con prestigiose università.

00:58 - La vita è bella se ne dedichi una parte ad aiutare gli altri. Per 36 anni al centro della mia vita c’ero solo io, poi, con l’arrivo di mia figlia è cambiata completamente la prospettiva sulla vita che da allora è incentrata sulla gratitudine e sul giveback.

07:14 - Mi sento privilegiato nel poter raccontare storie eccezionali di persone normali che hanno avuto percorsi complicati e impegnativi.

10:09 - I ruoli che ricopro nella mia vita sono molteplici, ma è un gioco di equilibri, perché ciascun aspetto della vita influenza l’altro e se trascurati, possono rovinare questo equilibrio.

15:27 - Il dato è uno strumento per prendere decisioni, ma oggi abbiamo volumi di dati nettamente superiori rispetto alla nostra capacità di analizzarli. Per questo bisogna partire dalla fine, dalle ipotesi, da cosa si vuole dimostrare per poi estrarre i dati che vanno a confermare le proprie assumption.

18:58 - La curiosità non è abbastanza, serve una buona idea e il coraggio di esprimerla oltre che implementarla. Molti giovani d’oggi non hanno abbastanza self-confidence. Un altro problema è che purtroppo i manager che sanno accogliere i feedback, sono pochi. È importante dare ai giovani la libertà di dire la propria opinione.

25:45 - Ascoltando le persone, le idee diventano migliori, quindi se si vuole prendere la decisione giusta e raggiungere i risultati, è necessario mettere da parte l’ego e sapere ascoltare, lavorando in team. 

30:19 - Ho cambiato tanti lavori, ma probabilmente quando ho lasciato PayPal, l’ho fatto troppo di fretta.

33:47 - Vorrei che mi si chiedesse perché faccio quello che faccio. Avrei modo di spiegare il perché e il senso delle mie scelte, che spero possano ispirare gli altri.

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Idee che nascono oltreoceano e che trovano il modo di evolvere qui, in Italia. 

Allegra Violante ci racconta in questa intervista del suo percorso imprenditoriale che ha trovato sfogo in Fler, azienda che opera nel settore della depilazione, portando un approccio nuovo e un racconto fresco, che sta conquistando tuttə.

Una strada fatta di esplorazione e della scoperta delle proprie capacità, nella quale è necessario mettersi in gioco in tutti gli aspetti del business, con un team in crescita composto non solo da famigliari, ma anche e soprattutto di persone fidate, che rendono questo viaggio ancora più divertente.

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Il presente e il futuro del mondo dei media sono tutti da scrivere: la costante e veloce evoluzione del digitale e dei social media influisce fortemente sul cambiamento del linguaggio e sulla fruizione delle notizie. Negli ultimi anni le persone hanno cambiato totalmente la loro routine informativa e oggi spaziano dal cartaceo, ai magazine online, fino ad arrivare ai podcast e ai canali social dei nuovi media e dei creator. Dove porterà tutta questa dinamicità nel settore del giornalismo? Quali sono i vantaggi e quali i possibili rischi?

Insieme a Francesco Zaffarano, Head of Content di Will, abbiamo discusso a lungo proprio di questi temi, prendendo come esempio il modello di successo di Will, che oggi costruisce una stretta relazione con la propria community grazie all’ascolto attivo portato avanti negli anni.

Francesco ha lavorato in ruoli di audience e social media strategy per The Economist, The Telegraph, la Repubblica, La Stampa e Devex. Dal 2018 contribuisce all’annuale edizione delle Predictions for Journalism pubblicata dal Nieman Lab (Harvard University) ed è stato tra gli organizzatori del capitolo londinese di Hacks/Hackers. Insegna giornalismo sulle piattaforme alle università LUISS e LUMSA. Ha una laurea in Filosofia alla Statale di Milano e in Interactive Journalism a City University of London. In Will è responsabile della strategia e della direzione editoriale, e sovrintende alla realizzazione dei contenuti pubblicati su tutte le piattaforme.

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Cosa spinge una manager affermata a diventare imprenditrice nel complesso mondo del fintech?

In questa intervista, Doris Messina, co-founder di Tot, ci guida attraverso il suo percorso di crescita personale e professionale, segnato dalla curiosità di scoprire e innovare. Racconta come l’evoluzione delle big tech e la crisi della new economy abbiano influenzato il settore, e di come l'innovazione, pur non sempre apprezzata, sia stata una forza trainante nella sua carriera. Guardando al futuro del fintech, Doris esplora le potenzialità del B2B e la visione dietro Tot, un progetto nato dall'incontro tra l'idea giusta, il momento giusto e la persona giusta.

1:00 - La mia storia è sempre stata incentrata sulla curiosità della scoperta

1:53 - Si è vista un’evoluzione che ha portato nel tempo a creare dei modelli di riferimento, come le big tech, che sono un modello a cui guardare anche nel fintech. Il crollo della new economy ha generato una disillusione nel nostro settore, però da lì c’è stata una crescita accelerata. Dopodiché i social hanno rivoluzionato la modalità di comunicazione.

5:00 - L’innovazione non è amata da tutti, quindi è difficile far capire quanto sia necessaria. Mi piace pensare che posso evolvere sempre e avere l’entusiasmo di scoprire nuovi mondi.

7:07 - Cerco sempre di far percepire al team la passione del risultato e la riconoscenza per i traguardi raggiunti.

8:45 - In quanto business angel, quando dovevo investire in una start-up, valutavo solo il team. Ad oggi però, dopo anni di esperienza, ho imparato a guardare altri elementi che necessariamente influenzeranno il progetto, come il contesto nel quale si inseriscono.

10:36 - In quanto imprenditrice è importante imparare a gestire lo stress da responsabilità. Per questo è molto importante avere intorno delle persone che possono consigliare, ascoltare e farci sentire meno soli

14:00 - La scelta di diventare imprenditrice è maturata nel tempo e nel momento in cui mi sono decisa era perché avevo capito che ce la potevo fare. Idea, occasione e persona giusta con cui intraprendere il percorso, si sono unite e quindi ho dato vita a Tot.

16:10 - Il contatto con la natura mi permette di avere chiarezza e lucidità nei momenti di estremo stress.

18:55 - Ho iniziato a viaggiare molto da quando ero manager e continuerò a farlo perché porta un arricchimento sia umano che professionale

20:10 - Il settore fintech ha vissuto un periodo di grande crisi: l’uscita dal covid, le guerre, la crisi delle materie prime, l’inflazione. Ultimamente però ci sono forti segnali di cambiamento di rotta con aumenti di capitali e grandi investimenti. Credo nella forte crescita del B2B, perché c’è ancora tanto da esplorare.

23:17 - In Tot si sta costruendo un prodotto che mette insieme più componenti. Stiamo portando l’imprenditore ad avere più consapevolezza sull’andamento del proprio business.

26:12 - In Italia non c’è una formazione economica a tappeto, quindi molte volte un imprenditore che inizia, dal punto di vista finanziario, è spesso autodidatta.

29:11 - Mi piacerebbe che in futuro mi venisse chiesto: “Raccontaci della exit di Tot”.

In questa prima stagione di Oltre il titolo abbiamo ascoltato tante storie di persone, prima che di professionistə, con percorsi diversi ma tutti accomunati dal forte desiderio di generare un impatto positivo e di farlo con quanta più trasparenza possibile. 

Così abbiamo pensato che fosse giunto il nostro turno, per raccontare a carte scoperte cosa si cela dietro all’idea e ai valori di Disclosers e quali sono secondo i due founder, Jessica e Stefano, partner anche nella vita, i passi da fare e quelli da evitare quando si struttura un’agenzia di comunicazione.

Così è nata questa chiacchierata sincera e senza filtri che, tra risate e riflessioni, ha disegnato il mondo di Disclosers in tutte le sue forme.

00:38 -  La qualità che apprezzi di più dell’altro.

01:11 - Quali sono i valori principali che l’agenzia trasmette ai clienti e al team?

02:05 -  Come motivare il team quando ci sono momenti particolarmente stressanti?

03:11 - Qual è l’aspetto più gratificante del lavorare nelle PR?

04:28 - Chi dei due è più severo a lavoro?

05:27 - Come gestite i disaccordi fra voi quando si tratta di decisioni importanti per l’agenzia?

07:06 - Qual è stato il vostro primo grande successo e come vi siete sentiti?

10:39 -  Quale sarebbe il titolo perfetto per il libro sulla vostra storia imprenditoriale?

11:49 -  Cosa ti diverte di meno dell’essere imprenditore?

12:53 - Se poteste tornare indietro nel tempo cosa fareste diversamente nei primi anni di attività?

14:20 -  Cosa ti diverte di più dell’essere imprenditore?

17:00 -  Come descriveresti il tuo stile di leadership in tre parole?

20:36 - Dove vedete l’agenzia tra cinque anni?

24:30 - Quali sono i passi futuri per il prossimo anno?

26:25 - Quali sono le caratteristiche che deve aver un buon manager in un’agenzia di comunicazione?

30:40 - Chi è il genio delle idee pazze e chi il genio dell’organizzazione?

Welfare aziendale tra presente e futuro con Chiara Bassi, Country Manager Italia di Coverflex
A che punto siamo in Italia nel settore del welfare? C’è margine di miglioramento, ma soprattutto, quali sono gli aspetti da innovare e cambiare nelle aziende?
A queste domande (e a molte altre) ha risposto Chiara Bassi, da oltre 15 anni nel mondo digital, gestisce l’espansione nel mercato italiano di startup internazionali in forte crescita consolidandone le operations e creando community dal forte impatto. Alle spalle 3 unicorni: Groupon, WeWork e Domestika. Nel ruolo di Country Manager per Coverflex intraprende la sfida di offrire sul mercato italiano una nuova soluzione per il welfare aziendale, che cambi il modo in cui i benefit vengono offerti e spesi.
00:42 - “Forse è troppo tardi, forse è troppo presto”
01:55 - Il mio è un ruolo che si adatta in ogni azienda, per questo non mi sento arrivata. In Coverflex la vicinanza alla sfida è molto più palpabile perché ci sono meno filtri tra me e il business e il CEO.
05:22 - A volte crescendo si tende a dare molta struttura al business il che porta spesso a perdere quella vicinanza necessaria per far sì che ognuno si senta parte del business, più o meno allo stesso modo: questo lo si può gestire finché le dimensioni dell’azienda lo permettono.
06:55 - Ho una visione dell’oltre quotidiana, non c’è un prima e un dopo. Nel mio piccolo, in ogni cosa, sono sempre andata oltre, con costanza.
09:27 - Nel settore del welfare invece, andare oltre significa lasciare indietro gli errori del passato e accogliere invece i nuovi approcci. Oggi il benefit non è più considerato come un privilegio, ma una conditio sine qua non: per le nuove generazioni i benefit sono uno dei tre driver principali che portano a cambiare lavoro.
15:04 - in Italia abbiamo tra i più bassi stipendi, ecco perché è sempre più importante che le aziende trovino anche altri modi di compensazione, per aumentare il potere d’acquisto dei propri dipendenti. In Italia abbiamo un sistema di benefit tra i più agevolanti in Europa, ma abbiamo molto margine di miglioramento
18:42 - Lato aziende è ancora necessario fare education sul tema del welfare. Lato provider è invece importante semplificare la fruizione del welfare: questa è la sfida di Coverflex. È importante che il welfare non diventi l’oggetto di campagne elettorali per avere consensi, ma che diventi un tema continuativo.
23:09 - Rendiamo realmente usabile il welfare: il dipendente diventa un consumatore e l’esperienza di utilizzo del benefit è un’esperienza di consumo, quindi vogliamo rendere questo processo quanto più snello possibile.
26:30 - il concetto di work-life balance è corretto, ma anacronistico rispetto al presente che viviamo.  Non c’è mai stato uno stacco generazionale così marcato come negli ultimi 3 anni: quando facciamo colloqui con persone che sono alla loro prima esperienza lavorativa, ci rendiamo conto che danno già per scontato che il lavoro non è tutto. Il mindset nelle aziende deve cambiare, perché è normale che il management abbia dei bias
35:14 - Vorrei che mi si chiedesse di più dei fallimenti e delle difficoltà che si affrontano in un percorso lavorativo, perché siamo sempre pronti a raccontare di ciò che abbiamo fatto, ma tendiamo a non dare spazio a ciò che non è stato fatto, ai sacrifici e alle rinunce.

Come può la pubblicità impattare sulla cultura e lo status quo?

Ne abbiamo parlato con Francesca Mudanò, Direttrice Creativa femminista e CEO di Cookies Agency, dopo una laurea in Media Arts a Londra e qualche avventura creativa a Los Angeles, si è stabilizzata a Milano. Ha scelto di lavorare in pubblicità perché crede nel potere della comunicazione di generare progresso e cambiare la società. La mission della sua agenzia è infatti: “Sfidiamo lo status quo una campagna alla volta”. Negli anni ha lavorato per brand nazionali e internazionali tra cui: eBay, PayPal, easyJet, Unicef, Qonto, WeWorld, Viacom, Banca Etica. Dal 2019 è Professoressa di pubblicità e creatività in NABA – Nuova Accademia di Belle Arti - ed è mentor in programmi di accelerazione per start-up guidate da donne.

01:02 - “Una parola per tutto”

02:14 - In Cookies Agency “sfidiamo lo status quo una campagna alla volta”: lavorare con la comunicazione nella consapevolezza del nostro privilegio, è una grande occasione per pensare dei concept che abbiano un impatto sulla cultura popolare.

04:23 - Non amo andare “contro”, è importante raccontare il mondo che vorremmo invece che dare spazio a messaggi negativi. Lo sforzo creativo va fatto nella costruzione di immaginari, nell’utilizzo dei corpi e dei ruoli con una particolare attenzione ai nostri bias.

06:20 - Per la campagna che abbiamo fatto per il lancio di My Secret Case abbiamo realizzato uno spot che è stato il primo nella storia della comunicazione italiana a portare i sex toys in TV. Importante è stato l’utilizzo delle parole: “Vogliamo un mondo dove le donne non sono oggetti sessuali, ma possono averli tutti”.

Un’altra campagna che abbiamo realizzato è quella per Banca Etica, decidendo di rompere lo stereotipo dei soldi sporchi. 

09:30 - Andare oltre nel mondo della pubblicità significa andare oltre noi stessə, quindi saper rinunciare a delle proprie credenze e convinzioni.

10:47 - Per trovare un equilibrio tra la creatività e le esigenze del cliente, bisogna far venire la voglia di fare un percorso insieme, quindi la relazione è chiave: noi costruiamo una relazione all’interno dei nostri team, abbiamo una relazione con il cliente e facciamo sì che le nostre campagne permettano di costruire una relazione tra il prodotto e l’audience. A volte nella fretta si rischia di fare le cose senza strategia, quindi è importante collaborare ed educare.

14:24 - Le generazioni future hanno bisogno di luoghi di lavoro fertili 

16:30 - Se si vuole lavorare nel settore pubblicitario è fondamentale capire nel profondo cos’è la creatività e qual è la finalità per cui si è interessati a questo tipo di lavoro.