Federica Tourn - La Conferenza episcopale spagnola (Cee) ha annunciato che risarcirà tutte le vittime di abusi
Madrid , 24 nov 14:06 - (Agenzia Nova) - La Conferenza episcopale spagnola (Cee) ha annunciato che risarcirà tutte le vittime di abusi, anche nei casi in cui il colpevole sia deceduto, quando la Chiesa avrà la "convinzione morale" che ciò sia avvenuto.
"Dovrà essere studiato caso per caso. E se si arriva a questa conclusione morale, ci sarà una riparazione morale", ha spiegato il portavoce e segretario generale della Cee, Cesar Garcia Magan, nel corso della conferenza stampa seguita all'assemblea plenaria dell'episcopato spagnolo, pur non specificando i tempi previsti per l'approvazione del piano né in merito all'entità dell'indennizzazione.
"In linea di principio, la riparazione deve essere pagata dagli autori del reato e, se del caso, dalle istituzioni coinvolte. Ad esempio, se il colpevole è deceduto, l'istituzione. Se si tratta di una diocesi o di un istituto di vita consacrata. In linea di principio, non la Conferenza episcopale", ha chiarito il portavoce.
"La Chiesa farà sempre delle riparazioni. Se viene creato un fondo per risarcire tutte le vittime, noi parteciperemo. Se si tratta di risarcire le vittime della Chiesa, sia con una sentenza giudiziaria, sia senza sentenza giudiziaria, sia dal punto di vista dell'obbligo di risarcimento, parteciperemo", ha ribadito Garcia Magan.
https://youtu.be/kxuVqB75d7Y?si=N85y6q65uYXxCUrd&t=144
Pierelisa Rizzo - Gravi accuse ad un sottoufficiale dei carabinieri di Piazza Armerina e alla moglie
Una lettera anonima contenente gravi accuse ad un sottoufficiale dei carabinieri di Piazza Armerina e alla moglie sarebbe stata recapitata all’associazione Rete l’Abuso, unica associazione in Italia che si occupa di sopravvissuti agli abusi clericali, e poi tramessa dal presidente dell’associazione, Francesco Zanardi, alla Procura di Enna.
Nella lettera, scritta al computer, si accuserebbe la moglie del carabiniere, vicina ad una associazione cattolica di Gela e sorella di una donna che ricoprirebbe un incarico delicato all’interno della Diocesi piazzese, di schierarsi apertamente a favore del vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, coinvolto nella vicenda di Giuseppe Rugolo, il sacerdote a processo al Tribunale di Enna per violenza sessuale aggravata a danno di minori.
Secondo l’anonimo, il carabiniere invece di indagare, si sarebbe posto a fianco della moglie in questa battaglia a difesa di Gisana, non perdendo occasione di schierarsi sul social o nelle parrocchie che frequenta, mentre andrebbe segnalato e trasferito in altra città. E’ questa l’ennesima esasperazione di una vicenda che intreccia Enna con Gela e che ha come fil rouge proprio il vescovo Gisana.
Alla stazione dei carabinieri di Piazza Armerina è stato, infatti, trasferito da qualche mese un militare di Gela accusato di violenza sessuale ai danni del figlio minore, visto e fotografato in più occasioni proprio accanto a Gisana. E qualche giorno fa , a Gela, dopo la richiesta di rinvio a giudizio di qualche settimana fa, si sarebbe dovuta tenere l’udienza preliminare contro un formatore-catechista , per anni impegnato in attività alla chiesa Madre gelese.
A denunciare il catechista sarebbe stato un giovane, allora minorenne, che ha raccontato alla Squadra Mobile di Caltanissetta come si sarebbero consumati gli atti sessuali, alcuni avvenuti anche nei locali di una chiesa. Il ragazzo ha riferito di avere informato delle violenze sia il vescovo Gisana che Vincenzo Cultraro, ex direttore del seminario ed ora parroco alla chiesa Madre di Gela che però nulla avevano fatto.
Sarà dunque il gup a valutare gli elementi acquisiti dalla polizia contro il catechista , tra i quali finti profili social e conversazioni che comproverebbero le violenze.
Pierelisa Rizzo
https://youtu.be/kxuVqB75d7Y?si=Kyy6RccZxrnf_TPx&t=290
Alessio Di Florio - Una rete di abusi?