Un luccichio dorato, poi un altro.
Alzo gli occhi e vedo una vetrina e un numero civico: 192. È una gioielleria, la gioielleria Cavallo per l’esattezza.
Mi avvicino e faccio una delle cose che mi riesce meglio: osservare le vetrine. Quelle dei gioielli mi attraggono sempre molto, soprattutto quando ci sono gli anelli con gli smeraldi, o gli smeraldi in generale, nonostante poi la mia politica in fatto di accessori sia less is more.
Le vetrine di Cavallo però hanno qualcosa di profondamente diverso: raccontano l’Abruzzo con l’oro e l’argento, dal 1957.
Rendono possibile portare al collo, o ai lobi delle orecchie L’Aquila, e il rosone più bello della regione, quello della Chiesa di Collemaggio: un gioiello dall'architettura gotica, in cui la perfezione del design si unisce a simbolismi spirituali e antichi retaggi del Medioevo. I raggi del sole, giocando tra i complessi trafori creano numerosi giochi di luci all'interno della Basilica, e l'artigianalità dell'essere umano è esaltata nella perfezione del disegno divino.