Il podcast "Testimoni della Storia" ha ottenuto il patrocinio dello Stato Maggiore della Difesa, con l'autorizzazione all'utilizzo del logo.
I partecipanti all'iniziativa esprimono il loro ringraziamento a SMD per aver compreso lo spirito di questo progetto.
Vittorio Premoli l’indomito
Vittorio Premoli, fante del 57° Reggimento Fanteria della Divisione “Piave”, è l’unico militare a cui venne concessa la Medaglia d’Oro al valor
militare come vivente. Premoli si batté contro i tedeschi nella zona di
Ponte Grillo, nei pressi di Monterotondo nella giornata del 9 Settembre 1943 contrastando gli agguerriti paracadutisti del Maggiore Gericke che, avevano lo scopo di catturare il Centro Marte, ovvero la sede di campagna dello Stato Maggiore del Regio Esercito. Rimase negli scontri gravemente ferito e al momento di essere dimesso dall’ospedale riuscì a fuggire, evitando così di essere deportato.
Venne congedato nel 1946. Dopo la guerra Vittorio Premoli si trasferì in
provincia di Latina, a Priverno, dove è poi deceduto. Nei giardini di piazzale Ungheria a Borgo Sant’Antonio è stata eretta dall’amministrazione comunale di Priverno una stele in memoria di Vittorio Premoli.
Recita la motivazione dell’alta motivazione:
Durante l’attacco su Monterotondo, porta munizioni di un gruppo mitragliatori, vistisi cadere attorno colpiti a morte da raffiche di mitra a bruciapelo il caposquadra, il portarme e un fornitore e per quanto ferito egli stesso ad una spalla, afferrato il mitragliatore di uno dei caduti, balzava dietro un riparo e faceva fuoco sui nemici, abbattendone
Rimasto solo, accerchiato, ferito due volte balzava nuovamente in
piedi ed afferrata l’arma per la canna si faceva largo tra gli assalitori
abbattendone altri. Approfittando di questo fatto e benché ferito per la quarta volta, riusciva a raggiungere la compagnia che nel frattempo era venuta avanti.
Medicato sommariamente sul campo delle sue quattro ferite, di cui tre gravi, non emetteva un lamento. Ricoverato all’ospedale, rimessosi grazie alla sua eccezionale costituzione fisica, dopo più di due mesi di dolorosi interventi chirurgici che non riuscivano però a salvargli il libero uso del braccio, veniva preso dai tedeschi per essere trasportato al Nord.
Con forza d’animo veramente eccezionale, sebbene ancora con le ferite non rimarginate, si lanciava dall’autombulanza in corsa e si dava alla macchia». Monterotondo (Roma), 9-10 settembre 1943 – gennaio 1944.
Testo e voce a cura di Franco Di Santo. Produzione Flavio Carbone.
“Testimoni della Storia” è una iniziativa che vede la partnership di giornidistoria.net e storiadeicarabinieri – il podcast (qui tutti i contatti), insieme ad alcuni volontari che hanno aderito al progetto. La Società Italiana di Storia Militare – SISM e l’Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento e dalla Guerra di Liberazione– ANRP hanno concesso il proprio patrocinio.
Credits per la musica: The Descent di Kevin MacLeod (CC BY 4.0) e Price of freedom di Daddy_s_Music from Pixabay.