L'approfondimento della politica e dell'attualità vista dal Grigioni italiano.
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In questa edizione vi proponiamo un incontro con lo storico Severin Duc. Duc che non si limita a scrutare il passato, ma lo utilizza come una bussola per navigare verso il futuro delle montagne. Nato in Savoia, i suoi studi di storia lo hanno condotto dapprima in Lombardia all’Università Cattolica del Sacro Cuore e in seguito a Parigi, alla Sorbona dove ha conseguito il dottorato.
La sua fascinazione per le Alpi ha forgiato un’esperienza che gli consente di decifrare le evoluzioni dei territori alpini e i loro impatti sulle nostre società contemporanee.
Lo abbiamo interpellato perché il 14 settembre sarà Presente a Roveredo, ospite della Giornata nazionale dei Comuni e dei Consorzi Patriziali, un evento organizzato dai Patriziati di Mesolcina e Calanca nell’ambito dei festeggiamenti per i 500 anni del Libero Stato delle Tre Leghe.
Qualunque sia il vostro genere preferito, la regione ha qualcosa per tutti: dalla A come Arosa Humorfestival alla Z come Peter Zumthor. I Grigioni: il più bel palcoscenico per la cultura.
Questo lo slogan che si legge sul sito di “graubünden Cultura”, l’associazione che si è data 4 anni di tempo per posizionare i Grigioni come una delle regioni leader del turismo culturale nelle Alpi. Per raggiungere questo obiettivo è necessario mettere in rete in modo proficuo i partner dei settori della cultura e del turismo e creare una consapevolezza della diversità culturale dei Grigioni e della domanda di offerte turistiche culturali tra il pubblico e i visitatori. “graubünden Cultura” nasce per volere dell’Istituto grigionese per la ricerca culturale, dell’associazione Graubünden Ferien, dell’ufficio del marchio Graubünden e del Centro di ricerca per il turismo e lo sviluppo sostenibile ZHAW Wergenstein. “graubünden Cultura” si propone come centro di sviluppo e di servizi a livello cantonale per le organizzazioni e gli attori del turismo culturale nei Grigioni. “graubünden Cultura” non è un programma di finanziamento per singole iniziative progettuali, ma è comunque legato all’intenzione di creare un valore aggiunto per i singoli professionisti della cultura, gli attori del turismo o le organizzazioni attraverso il posizionamento culturale nel turismo.
Dopo le tre edizioni del progetto sovraregionale «Giornate grigionitaliane», svoltesi in Valposchiavo nel 2021, nel Moesano l’anno successivo e in Bregaglia lo scorso anno, la Pro Grigioni italiano quest’anno ha nuovamente proposto un evento che mettesse in risalto la presenza dell’italianità e del Grigionitaliano nella capitale retica nell’ottica della sensibilizzazione al plurilinguismo grigionese. Ne parliamo con il presidente Franco Milani, la segretaria generale Silva Brocco Ponzio e Federico Godenzi, presidente del Consiglio delle Sezioni.
Con l’esperto numismatico Fabio Luraschi, questa settimana analizziamo la produzione monetaria di Gian Giacomo Trivulzio che fu tra i promotori dell’allargamento della Lega Grigia. Sarà lui, infatti, a trascinare i suoi sudditi moesani nell’alleanza nel 1496.
Ripercorreremo la storia analizzando la sua produzione di monete che da lui furono coniate anche alla zecca di Roveredo. E questo perché il contado di Mesocco godeva dell’immediatezza imperiale.
Gian Giacomo Trivulzio morirà nel 1518, a soli 6 anni dall’unione che portò alla nascita del Libero Stato delle Tre Leghe.
Per comprendere come si arriva nel 1524 all’unione delle Tre Leghe (Lega Caddea, delle Dieci Giurisdizioni e Lega Grigia), bisogna andare indietro nel tempo e parlare di nobiltà. Una sineddoche è ben rappresentata dalla famiglia De Sacco, che per tre secoli dominò la Mesolcina. In questa edizione diamo uno sguardo a quel periodo, cercando di capire quale fosse il ruolo dei De Sacco, o Von Sax, che dir si voglia. Una vicenda conclusasi in modo poco glorioso per il casato, con la vendita della valle nel 1480 a Gian Giacomo Trivulzio, ma che ha portato a costruire una fisionomia duratura in termini di costruzione comunitaria.
Nostro ospite è Paolo Ostinelli, direttore del Centro di dialettologia ed etnografia del Canton Ticino, professore di storia medievale all’Università di Zurigo e docente all’Università della Svizzera italiana.
Nell’ambito dei festeggiamenti per i 500 anni dalla firma del patto di alleanza tra le tre leghe non ci può esimere dall’approfondire la storia di una famiglia che fu determinante per la fondazione di quello che oggi è il cantone dei Grigioni. Parliamo naturalmente della famiglia Trivulzio e in particolare del Magno Trivulzio, ovvero Giangiacomo Trivulzio.
Nostro ospite è: Marino Viganò, storico direttore della fondazione Trivulzio di Milano.
Il 23 settembre 1524 a Ilanz vengono apposti i sigilli alla carta che sancisce formalmente l’alleanza definitiva tra la Lega Grigia, la Lega Caddea e la Lega delle Dieci Giurisdizioni. La firma del patto non è solo una convenzione storica, come può essere per esempio il patto del Grütli. In questo caso siamo di fronte a un’alleanza più organica. Detto questo non è che nasce uno Stato come lo intendiamo oggi, con una costituzione che fissa esattamente quali sono i compiti dello Stato, quali sono i diritti e doveri dei cittadini o di vari componenti dello Stato. È sostanzialmente un trattato di alleanza tra queste tre entità e che stabilisce soprattutto quali sono i diritti e doveri delle Leghe stesse, la regolazione di eventuali conflitti o divergenze, i rapporti con altri Stati come pure la spartizione del bottino di guerra.
Con lo storico Marco Marcacci ripercorriamo la sua storia e le caratteristiche di questo Stato alpino retico, antesignano dell’odierno Canton Grigioni.
Repower compie 120 anni. Un traguardo importante anche perché la storia di questa azienda idroelettrica coincide con la storia dell’elettricità nei Grigioni. Non solo. L’energia prodotta in Valposchiavo ha alimentato a partire già dal 1904 una delle industrie più importanti d’Europa: quella milanese e lombarda.
Oggi Repower presenta un bilancio che nel 2023 ha chiuso con più di 3 miliardi di franchi e dà lavoro - in Italia e in Svizzera - a 629 persone. Repower produce energia elettrica (2’138 GWh l’anno) con impianti propri e attraverso partecipazioni in Svizzera, Italia e Germania e gestisce direttamente una rete di distribuzione lunga più di 3mila km.
Ma qual è e quale è stato il rapporto con le comunità che ospitano gli impianti di produzione idroelettrica? Che ruolo ha giocato e giocherà Repower nella produzione di energie rinnovabili anche alla luce dei cambiamenti climatici che avranno un impatto determinante sui ghiacciai in quota? Su quali investimenti si concentrerà per essere sempre all’altezza delle aspettative di un mercato che non concede tregua? A queste domande abbiamo cercato di dare una risposta nell’approfondimento realizzato nel quartier generale di Poschiavo.
Quando si parla di costo dell’energia occorre tenere presente che a determinarlo concorrono diverse componenti, oltre alla “materia prima”. E bisogna anche considerare che è il mercato europeo a dettare le regole, anche per la Svizzera. L’elettricità in Svizzera è prodotta principalmente da 682 centrali idroelettriche (62%), seguite dalle centrali nucleari (29%) e dagli impianti termici convenzionali e rinnovabili (9%). In estate la Svizzera esporta l’elettricità prodotta in eccedenza, mentre in inverno deve importarne più o meno la stessa quantità.
La compravendita avviene attraverso i mercati dell’energia. Ce ne sono diversi: il Mercato del giorno prima, il Mercato infra-giornaliero o dei prodotti giornalieri, nonchè i mercati a lungo termine.
Per capire come funzionano le operazioni di compravendita, abbiamo bussato alla porta di Repower che nel 2023 ha incrementato di sei volte il proprio profitto, proprio grazie al trading internazionale di energia.
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