Un’immagine. Una domanda. La teologia e il simbolismo. E una voce, quella di Antonio Allegra, che restituisce la potenza estetica a un dipinto piccolo, ma straordinariamente denso. Di tracce. Di sapore e di sapere.

Un’immagine. Una città che sempre sarà, perché la sua pietra è scolpita, dipinta, immaginata, vissuta. Divenuta sacra in luogo sacro.
La città di Costanza Neve, la sua voce, la sua attesa. Per un presente da immaginare, un passato da ricostruire. Un futuro da incontrare.

Un’immagine. L’esperienza diretta, ma anche le fonti scritte e orali. L’io che dice tu. Il tu che diventa protagonista, partecipe.
Come un antico aedo, la voce di Veruska Picchiarelli percorre un solco, quello di un artista, Puccio Capanna.

Una disciplina. Il carattere. Un mondo nascosto da strati che attendono di essere svelati. Da mani. Da occhi. Nella relatività.
La voce di chi ogni regala l’anima a custodire.

Un’immagine. Un sì che ha cambiato la storia, o forse l’ha scritta davvero. Una storia di carne e di trascendenza, ma anche di un Uomo e di una Donna. Di un Figlio e di una Madre, che sola porta con sé l’umanità intera.
I versi di Wislawa Szymborska cesellano d’eternità il dettaglio della Pala di Santa Maria dei Fossi del Pinturicchio.

Un’immagine. Un canto: il decimo del Purgatorio. Il capolavoro della letteratura: la Comedìa di Dante Alighieri. E una voce, quella di Maurizio Tarantino, che recita e imprime, idealmente nel marmo di Arnolfo, uno sguardo.

Un’immagine. Una trama. Un tessuto che può essere raccontato aggiungendo, di filo in filo, nuovi colori, cucendoli ad arte, partendo dall’arte.
Per non passare mai di moda… Alice Tamburini, artista e stilista.

Un’immagine. Tante notizie che fluiscono, una dietro l’altra a dirci che ogni opera è figlia delle pieghe del tempo. Un tempo che è stato, e che si rinnova ogni volta che qualcuno decide di rovesciare la clessidra e ri-iniziare.
Gabriele Ottaviani, italianista, scrittore, regista e attore scandisce le parole del Gonfalone dei Legisti.

Un’immagine. Un’intersezione con un fenomeno straordinario che accade, accade e basta, nella realtà. In una notte. Come quella che abbiamo appena vissuto, tra i notturni della Galleria, appesi alla luna, erranti tra le stelle, sospesi nel tempo e nello spazio. Giulia Corradi legge Una goccia di Dino Buzzati.

Un’immagine. Una storia. Un incontro. Una donna che ha iniziato a vivere, oltre la morte.