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Ha suscitato reazioni molto dure l’annuncio del procuratore capo della Corte penale internazionale Karim Khan di voler incriminare il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il Ministro della difesa Yoav Gallant per “crimini di guerra e crimini contro l’umanità” nella Striscia di Gaza dall’8 ottobre scorso.
Reazioni molto più dure rispetto a quelle per la richiesta – fatta in contemporanea da Khan – di un mandato d’arresto anche per il capo di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar e per altri due alti funzionari di Hamas: il leader delle Brigate Al-Qassam, Mohammed Diab Ibrahim al-Masri - meglio conosciuto come Mohammed Deif - e il capo dell’Ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh. Le accuse, in questo caso sono di “sterminio, omicidio, presa di ostaggi, stupro e violenza sessuale durante la detenzione”
Ma come leggere questa richiesta da parte di Karim Khan? Cosa comporta per i diretti interessati e per l’andamento del conflitto? E perché alcuni Paesi – gli Stati Uniti, ma non solo – hanno reagito male all’annuncio del procuratore generale della Corte dell’Aja?
Ne parliamo con tre ospiti:
FRANCESCA CAFERRI, nostra collaboratrice, giornalista di Repubblica e inviata in Medio Oriente
MARIO DEL PERO, professore di Storia Internazionale e storia della politica estera statunitense all’Institut d’études politiques di Sciences Po a Parigi.
TRIESTINO MARINIELLO, associato di diritto penale internazionale alla Liverpool John Moores University e parte del team legale che rappresenta le vittime palestinesi di fronte alla Corte penale internazionale.
Modem su Rete Uno alle 8.30, in replica su Rete Due alle 18.30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSI e RSIPlay.
By RSI - Radiotelevisione svizzera5
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Ha suscitato reazioni molto dure l’annuncio del procuratore capo della Corte penale internazionale Karim Khan di voler incriminare il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il Ministro della difesa Yoav Gallant per “crimini di guerra e crimini contro l’umanità” nella Striscia di Gaza dall’8 ottobre scorso.
Reazioni molto più dure rispetto a quelle per la richiesta – fatta in contemporanea da Khan – di un mandato d’arresto anche per il capo di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar e per altri due alti funzionari di Hamas: il leader delle Brigate Al-Qassam, Mohammed Diab Ibrahim al-Masri - meglio conosciuto come Mohammed Deif - e il capo dell’Ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh. Le accuse, in questo caso sono di “sterminio, omicidio, presa di ostaggi, stupro e violenza sessuale durante la detenzione”
Ma come leggere questa richiesta da parte di Karim Khan? Cosa comporta per i diretti interessati e per l’andamento del conflitto? E perché alcuni Paesi – gli Stati Uniti, ma non solo – hanno reagito male all’annuncio del procuratore generale della Corte dell’Aja?
Ne parliamo con tre ospiti:
FRANCESCA CAFERRI, nostra collaboratrice, giornalista di Repubblica e inviata in Medio Oriente
MARIO DEL PERO, professore di Storia Internazionale e storia della politica estera statunitense all’Institut d’études politiques di Sciences Po a Parigi.
TRIESTINO MARINIELLO, associato di diritto penale internazionale alla Liverpool John Moores University e parte del team legale che rappresenta le vittime palestinesi di fronte alla Corte penale internazionale.
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