Con il suo consueto sguardo razionale e provocatorio, Odifreddi smaschera le ipocrisie dell’Occidente sul tema nucleare: le grandi potenze atomiche, a partire dagli Stati Uniti, impongono a Paesi come l’Iran di non dotarsi della bomba, pur continuando a rafforzare i propri arsenali. “Eppure”, osserva, “l’unico tra questi a non averla mai usata è proprio l’Iran”. E rilancia: “Forse sarebbe più logico iniziare a toglierle agli americani”.
Ma la riflessione si sposta rapidamente sul piano geopolitico globale: Russia, Cina, Iran e altri attori si stanno coalizzando attorno all’alleanza dei BRICS, stufi del predominio occidentale. Una reazione politica, economica e, in certi casi, bellica che sta cambiando radicalmente gli equilibri internazionali. L’Occidente, afferma Odifreddi, non è pronto, né disposto a cedere un’egemonia affermata fin dai tempi del colonialismo. E la resa dei conti potrebbe non essere lontana.
Al centro della discussione anche il ruolo di leader imprevedibili come Donald Trump. “Ha un team di esperti in teoria dei giochi che gli suggerisce diverse strategie d’azione”, spiega Odifreddi. “Ma alla fine, l’ultima parola spetta sempre al Presidente. Ed è proprio questo il punto critico: affidare decisioni globali a una persona così inaffidabile è un rischio enorme”.
Dal paradosso della bomba come deterrente, alla minaccia reale di un disordine mondiale, l’intervista offre una lettura lucida e provocatoria del presente. Un viaggio tra scienza, potere e logica, per comprendere il mondo che cambia anche quando nessuno sembra pronto ad ammetterlo.