Luis Oliveira, ex attaccante del Cagliari e di numerosi club italiani, è tornato a parlare del suo passato in Sardegna nel corso di una lunga intervista rilasciata a derbyderbyderby.it. Parole cariche di ricordi, emozioni e gratitudine, che restituiscono l’immagine di un rapporto profondo tra il giocatore e l’ambiente rossoblù, costruito negli anni e rimasto intatto nel tempo. Oliveira, attualmente, è il tecnico del Venezia femminile.
Tappa fondamentale per la sua carriera
Per Oliveira, Cagliari rappresenta una tappa fondamentale della propria carriera. “È una società importantissima per me, è la squadra con cui ho esordito in Italia”, ha raccontato l’ex attaccante, sottolineando come l’arrivo in Sardegna abbia segnato l’inizio di un percorso sportivo e umano decisivo. Era il 1992 e sulla panchina rossoblù sedeva Carlo Mazzone, allenatore che ha avuto un ruolo centrale nella sua crescita.
Crescendo rossoblù
Nei primi mesi, però, lo spazio non era molto. Oliveira ricorda senza nascondersi: “Giocavo poco, facevo la riserva”. Nonostante ciò, l’attaccante belga-brasiliano non ha mai perso fiducia, trasformando ogni occasione concessa in un’opportunità. Ogni ingresso in campo, anche di soli quindici o venti minuti, diventava una prestazione di sostanza, utile per dimostrare il proprio valore e guadagnare progressivamente considerazione. Il lavoro quotidiano e un atteggiamento sempre positivo hanno fatto la differenza. Oliveira ha spiegato come, continuando ad allenarsi con costanza e determinazione, sia riuscito a conquistare un posto da titolare che poi non ha più lasciato. Un percorso di crescita graduale, che riflette una mentalità costruita sul sacrificio e sulla capacità di farsi trovare pronti.
Il rapporto d’affetto con i tifosi del Cagliari
Oltre all’aspetto sportivo, ciò che emerge con maggiore forza dalle sue parole è il legame con la tifoseria. Il rapporto con i sostenitori del Cagliari viene descritto come unico e autentico, lontano dalle dinamiche distaccate di altre piazze. “Ricordo benissimo la tifoseria: tante volte mi hanno invitato a pranzo o a cena a casa loro”. Un gesto che va oltre il calcio e che testimonia un’accoglienza sincera, capace di creare un senso di appartenenza profondo. Secondo Oliveira, i tifosi sardi non si limitavano ad apprezzare il calciatore, ma volevano conoscere anche l’uomo. “Ti vogliono bene e ti vogliono conoscere anche dal punto di vista umano”, ha spiegato, evidenziando una caratteristica che rende Cagliari una piazza speciale nel panorama calcistico italiano.
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