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L’iniziativa per la responsabilità ambientale è dunque stata nettamente bocciata. Chiedeva un’economia che non fagocitasse le risorse della terra. Oltre due votanti su tre hanno risposto che non è possibile, che una simile economia sarebbe troppo debole, non competitiva, ci impoverirebbe. L’iniziativa dei giovani verdi ha forse posto la barra troppo in alto, ma in quale misura il chiaro NO uscito dalle urne è anche sintomo di un clima di “indifferenza climatica o ambientale” nel quale ci avrebbero condotti prima la pandemia poi le varie guerre, tensioni e rivalità internazionali e le loro conseguenze? Ed in quale misura il contesto attuale, condizionato anche dall’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca e dalla sua volontà di sostenere l’industria delle energie fossili, rischia di rallentare una svolta energetica già di per sé difficile, ma comunque apparentemente inevitabile per rispondere alla sfida climatica?
Ne discutiamo con:
Barbara Antonioli Mantegazzini, economista, professoressa all’USI e vice-direttrice dell’Istituto di ricerche economiche
Emanuele Bompan, geografo, giornalista, direttore responsabile della rivista Materia Rinnovabile
Massimiliano Capezzali, fisico, professore alla Alta scuola d’ingegneria e di gestione del Canton Vaud, Responsabile del Gruppo di competenze Integrazione energetica e sostenibilità
Con alcune considerazioni registrate di Larissa Bison, membro di Swiss Youth for Climate
By RSI - Radiotelevisione svizzera5
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L’iniziativa per la responsabilità ambientale è dunque stata nettamente bocciata. Chiedeva un’economia che non fagocitasse le risorse della terra. Oltre due votanti su tre hanno risposto che non è possibile, che una simile economia sarebbe troppo debole, non competitiva, ci impoverirebbe. L’iniziativa dei giovani verdi ha forse posto la barra troppo in alto, ma in quale misura il chiaro NO uscito dalle urne è anche sintomo di un clima di “indifferenza climatica o ambientale” nel quale ci avrebbero condotti prima la pandemia poi le varie guerre, tensioni e rivalità internazionali e le loro conseguenze? Ed in quale misura il contesto attuale, condizionato anche dall’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca e dalla sua volontà di sostenere l’industria delle energie fossili, rischia di rallentare una svolta energetica già di per sé difficile, ma comunque apparentemente inevitabile per rispondere alla sfida climatica?
Ne discutiamo con:
Barbara Antonioli Mantegazzini, economista, professoressa all’USI e vice-direttrice dell’Istituto di ricerche economiche
Emanuele Bompan, geografo, giornalista, direttore responsabile della rivista Materia Rinnovabile
Massimiliano Capezzali, fisico, professore alla Alta scuola d’ingegneria e di gestione del Canton Vaud, Responsabile del Gruppo di competenze Integrazione energetica e sostenibilità
Con alcune considerazioni registrate di Larissa Bison, membro di Swiss Youth for Climate

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