Devo molto a un uomo di cui ignoro l’identità. Mi rese famosa, donandomi le sue opere più fini, e in cambio gli prestai il mio nome, Naumburg, perché a quanto pare, dopo la sua morte, nessuno ricordava più come si chiamasse. È raccontato che il Maestro, così lo chiamano ora, fosse sicuramente nato in Germania, ma che si fosse formato in Francia, probabilmente a nord, prima Amiàn Amiens, poi Rèèms Reims, forse Sciàrt Chartres, venendo più tardi accolto nelle corti di Strasburgo e Metz. Un apprendista vagabondo, di cui si posson o ammirare le prime sculture in Germania al vecchio duomo di Magonza, tra le città più vicine al confine francese.
Si muoveva col vento e fu attratto dal nord, quello estremo del nostro paese, da dove si vedono le terre scandinave, dove la neve mossa dai viandanti finisce direttamente nel Mar Baltico.
Da lì, seguì il percorso delle faggete, la miglior maniera, secondo lui, di scendere a sud. Partì da Rügen, dove oggi si trova il Parco Nazionale di Jasmund, sui precipizi delle scogliere di gesso, e ogni tanto si metteva a gridare, tra un passo e l’altro, per testare la solitudine di quel luogo primordiale. Un mosaico di dinamismo che qualche secolo dopo ispirò molti pittori romantici.
Passò poi al centro del distretto dei laghi del Meclemburgo, per la precisione vicino alle faggete del lago Müritz, a una giornata di cammino a nord di Berlino, dove immagino si fermò a riposare per qualche giorno; in seguito, scivolò giù verso le valli e le catene montuose di Hainich, in Turingia, e qui si fece ispirare dalle tracce dell’ultima era glaciale. Credo che in quel momento s’immaginò dei giochi di luce. Il Maestro segnava tutto sul proprio taccuino.
Giunto nell’Assia, rimase estasiato dai tappeti in fiore all’ombra dei faggi, vicino ai ripidi pendii rocciosi della Kellerwald (e qui so per certo che vide due occhi), per poi abbeverarsi nelle baie del tortuoso Edersee.
Là, seppe di aver completato il suo viaggio, seppe dove andarsene per esprimere tutto quel che aveva raccolto, e fu così che arrivò qui da me, a Naumburg. Ero l’unica opzione nel suo destino.
Qualche anno prima era iniziata la costruzione di una cattedrale in stile tardo-romanico, così gli avevan detto, precisando però che poi, Enrico l’Illustre, aveva commissionato l’aggiunta di un altro coro gotico. Il Maestro aveva lavorato in Francia (e si sa che i francesi hanno sempre creato gelosie), aveva viaggiato molto, aveva bisogno di sfogare la creatività, non potevano non scegliere lui.
C’era già la cripta, con le sue colonne romaniche e i capitelli a blocco, contenenti un profeta e un angelo femminile, opere dell’artista di Magdeburgo Heinrich Apel, lo stesso che creò i due corrimano in bronzo sulle scale che portavano al Coro Est, dove sono racchiuse le storie di San Francesco e gli Animali e de Il Sentiero stretto verso il Paradiso.
Il Maestro sapeva di poter far di meglio. Proprio in quel Coro, tra le sue ultime opere, aggiunse la figura del vescovo e quella del diacono. Che tutti si accorgessero della differenza di qualità, un’opera affianco all’altra. Ancora oggi si dice che chi entri là abbia la costante sensazione di essere osservato da occhi umani, tale fu il realismo di queste statue.
Cominciò in seguito a creare opere uniche nel suo genere e mai più ripetute, a partire dal Coro occidentale, dove si viene accolti da una crocifissione a grandezza naturale, con Cristo, la Santa Maria e il discepolo Giovanni circondati da pietre a forma di ciliegi, noccioli, edera e uve. Il Giardino del Maestro di Naumburg.
Ci fu poi l’architettura e la lavorazione del vetro, che insieme danno ancora vita alle ombre della cattedrale, anche se il capolavoro arrivò con le statue del Coro Occidentale:
12 rappresentazioni in arenaria dei fondatori, e tra di loro, la donna più bella del Medioevo, Uta.
Margravia moglie di Ekkehard, il suo sguardo riprende quello dei prati fioriti delle faggete, bella e visibilmente distaccata dalla spada e lo scudo del marito, gelida regalità senza precedenti, né gotici né d’altri stili.
Molti s’innamorarono di quella statua, scalpellini e nazisti, Walt Disney stesso e pure qualche vescovo, in segreto, ma nessuno riuscì mai a ricordare il nome del suo creatore, quello che era riuscito a sintetizzare e fondere lo sguardo tedesco all’eleganza francese, quello a cui io devo molto, ma che forse, giustamente, basta ricordare come il Maestro.
Naumburg si trova all’interno dell'ITINERARIO DELLA FEDE presente sul sito ufficiale dell'ente turistico tedesco. Consultalo per idee di viaggio alla scoperta dei siti UNESCO della Germania