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Per alcuni una kermesse imperdibile, per altri un evento di cui si può tranquillamente fare a meno. A Basilea l’Eurovision Song Contest questa sera (martedì) entra nel vivo con la prima semifinale. In Città sono attese 300mila persone e milioni di spettatori saranno davanti alla TV per seguire l’evento che Nemo lo scorso anno ha conquistato dando alla Svizzera l’onore, e l’onere, di organizzare questa edizione 2025. L’onere perché Eurovision Song Contest è tutto fuorché un semplice concorso canoro. Riflette dinamiche culturali e politiche europee, e benché sulla carta si tratti di una manifestazione apolitica, a tutti gli effetti i messaggi espressi sono sovente identitari, di rottura o ancora volutamente trasgressivi. E non mancano, e non mancheranno, le proteste. Alcune peraltro si sono già fatte sentire in relazione alla partecipazione di Israele, ma anche quanto alla spesa per la sicurezza o contro l’ideologia progressista e gender friendly. Quanto davvero la musica è la protagonista di Eurovision Song Contest? E quanto la città di Basilea e la Svizzera beneficeranno di un ritorno di immagine grazie ad uno degli spettacoli televisivi più seguiti al mondo? A Modem ne parleremo con:
Fabrizio Casati, inviato RSI a Basilea
Giacomo Natali, scrittore e analista di comunicazione e geopolitica
Letizia Elia, direttrice di Basilea Turismo
By RSI - Radiotelevisione svizzera5
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Per alcuni una kermesse imperdibile, per altri un evento di cui si può tranquillamente fare a meno. A Basilea l’Eurovision Song Contest questa sera (martedì) entra nel vivo con la prima semifinale. In Città sono attese 300mila persone e milioni di spettatori saranno davanti alla TV per seguire l’evento che Nemo lo scorso anno ha conquistato dando alla Svizzera l’onore, e l’onere, di organizzare questa edizione 2025. L’onere perché Eurovision Song Contest è tutto fuorché un semplice concorso canoro. Riflette dinamiche culturali e politiche europee, e benché sulla carta si tratti di una manifestazione apolitica, a tutti gli effetti i messaggi espressi sono sovente identitari, di rottura o ancora volutamente trasgressivi. E non mancano, e non mancheranno, le proteste. Alcune peraltro si sono già fatte sentire in relazione alla partecipazione di Israele, ma anche quanto alla spesa per la sicurezza o contro l’ideologia progressista e gender friendly. Quanto davvero la musica è la protagonista di Eurovision Song Contest? E quanto la città di Basilea e la Svizzera beneficeranno di un ritorno di immagine grazie ad uno degli spettacoli televisivi più seguiti al mondo? A Modem ne parleremo con:
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