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C’è un solo presidente al mondo che dal primo giorno in cui ha assunto il mandato, sei anni fa, incontra la stampa alle 7 di mattina tutti i giorni. In piedi, anche per oltre 3 ore. È il presidente del Messico Andres Manuel Lopez Obrador, o AMLO, come è comunemente chiamato. L’incontro mattutino è noto come mañanera e della conferenza stampa ha molto poco. È un esercizio di potere politico attraverso cui AMLO ha consolidato la sua popolarità, ha scavalcato i media in maniera esemplare cementando una connessione senza precedenti con la parte della popolazione più dimenticata del paese.
È il pulpito personale del Presidente, da cui informa, manipola, accusa, scherza, invita politici e musicisti. E non manca di violare la privacy di cittadini che considera nemici. Mantenendo una popolarità che i predecessori possono solo invidiare, il mandato di Lopez Obrador sta arrivando al termine, il 2 giugno infatti il paese andrà alle urne.
Ripercorriamo l’esperimento mediatico della mañanera cominciando con il giornalista Raúl Cortés Fernández, che vi ha dedicato il libro El Choque inevitable (Lo scontro inevitabile). Intervengono un ex portavoce presidenziale, una migrante che fugge dalla violenza del suo villaggio, la fondatrice di una compagnia di comunicazione, una giornalista che ha subito accuse pubbliche dal Presidente, un difensore del diritto di stampa e una sostenitrice di Lopez Obrador da quando si presentava agli elettori di casa in casa.
By RSI - Radiotelevisione svizzera5
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C’è un solo presidente al mondo che dal primo giorno in cui ha assunto il mandato, sei anni fa, incontra la stampa alle 7 di mattina tutti i giorni. In piedi, anche per oltre 3 ore. È il presidente del Messico Andres Manuel Lopez Obrador, o AMLO, come è comunemente chiamato. L’incontro mattutino è noto come mañanera e della conferenza stampa ha molto poco. È un esercizio di potere politico attraverso cui AMLO ha consolidato la sua popolarità, ha scavalcato i media in maniera esemplare cementando una connessione senza precedenti con la parte della popolazione più dimenticata del paese.
È il pulpito personale del Presidente, da cui informa, manipola, accusa, scherza, invita politici e musicisti. E non manca di violare la privacy di cittadini che considera nemici. Mantenendo una popolarità che i predecessori possono solo invidiare, il mandato di Lopez Obrador sta arrivando al termine, il 2 giugno infatti il paese andrà alle urne.
Ripercorriamo l’esperimento mediatico della mañanera cominciando con il giornalista Raúl Cortés Fernández, che vi ha dedicato il libro El Choque inevitable (Lo scontro inevitabile). Intervengono un ex portavoce presidenziale, una migrante che fugge dalla violenza del suo villaggio, la fondatrice di una compagnia di comunicazione, una giornalista che ha subito accuse pubbliche dal Presidente, un difensore del diritto di stampa e una sostenitrice di Lopez Obrador da quando si presentava agli elettori di casa in casa.

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