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Negli ultimi dieci anni ed in modo particolare dopo la fine della pandemia di Covid sono molto mutate le condizioni di frequentazione degli ambienti alpini, siano essi sentieri, zone innevate invernali, pareti e falesie. L’impennata di visitatori ha lanciato un segnale d’allarme ad appassionati, alpinisti, ambientalisti, amministratori.
Masse sempre più ampie di cittadini di ogni età, molto spesso del tutto ignare dei luoghi, hanno scoperto l’esistenza della natura alpestre e dell’outdoor. Ciò è anche legato al fenomeno dei social, dove si trovano moltissime proposte di turismo alpino e di frequentazione dell’ambiente montano, non di rado frutto dell’attività di personaggi di dubbio valore, che tendono a semplificare e massificare l’accesso all’ambiente alpino, sottovalutando l’impegno tecnico e la necessaria preparazione che non si inventa in un mese o entrando in un negozio di articoli sportivi.
Tutto questo è certamente legato all’aumento del tempo libero, della disponibilità economica, e più in generale alle logiche di un certo tipo di economia dell’abbigliamento tecnico e dell’attrezzatura per la frequentazione degli ambienti montani. Ma resta un’emergenza su cui vale la pena riflettere per i pericoli cui espone un numero crescente di persone e ancora più per la sensazione che sia destinata a una rapida moltiplicazione quantitativa, con tutti gli effetti negativi che ne possono seguire.
Nel corso di questo Laser vi proporremo le testimonianze di alcuni addetti ai lavori: guide alpine, direttori di stazioni, produttori di articoli sportivi, studiosi del paesaggio alpino, editori specializzati nei libri di montagna e direttori di testate specialistiche.
By RSI - Radiotelevisione svizzera5
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Negli ultimi dieci anni ed in modo particolare dopo la fine della pandemia di Covid sono molto mutate le condizioni di frequentazione degli ambienti alpini, siano essi sentieri, zone innevate invernali, pareti e falesie. L’impennata di visitatori ha lanciato un segnale d’allarme ad appassionati, alpinisti, ambientalisti, amministratori.
Masse sempre più ampie di cittadini di ogni età, molto spesso del tutto ignare dei luoghi, hanno scoperto l’esistenza della natura alpestre e dell’outdoor. Ciò è anche legato al fenomeno dei social, dove si trovano moltissime proposte di turismo alpino e di frequentazione dell’ambiente montano, non di rado frutto dell’attività di personaggi di dubbio valore, che tendono a semplificare e massificare l’accesso all’ambiente alpino, sottovalutando l’impegno tecnico e la necessaria preparazione che non si inventa in un mese o entrando in un negozio di articoli sportivi.
Tutto questo è certamente legato all’aumento del tempo libero, della disponibilità economica, e più in generale alle logiche di un certo tipo di economia dell’abbigliamento tecnico e dell’attrezzatura per la frequentazione degli ambienti montani. Ma resta un’emergenza su cui vale la pena riflettere per i pericoli cui espone un numero crescente di persone e ancora più per la sensazione che sia destinata a una rapida moltiplicazione quantitativa, con tutti gli effetti negativi che ne possono seguire.
Nel corso di questo Laser vi proporremo le testimonianze di alcuni addetti ai lavori: guide alpine, direttori di stazioni, produttori di articoli sportivi, studiosi del paesaggio alpino, editori specializzati nei libri di montagna e direttori di testate specialistiche.

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