In questo episodio speciale del Salotto della Duchessa, ascoltiamo la voce intensa e inconfondibile di Helga Schneider, una delle ultime testimoni viventi della Seconda Guerra Mondiale, autrice di libri profondamente autobiografici come Lasciami Andare Madre e Hitler mai prima di mezzogiorno.
Intervistata da Carlo Bocchialini presso la Feltrinelli di Parma, Helga condivide il suo sguardo lucido e spietato su un passato personale e collettivo che continua a interrogare il presente. Dall’incontro scioccante con Hitler nel bunker nel 1944 – quando era solo una bambina – al trauma dell’abbandono da parte della madre, diventata guardiana ad Auschwitz, questa è una storia vera che attraversa il Novecento, l’orrore della guerra, l’ombra del nazismo e le sue ripercussioni intergenerazionali. Un podcast imperdibile per chi vuole comprendere la memoria come eredità, la scrittura come terapia, e il perdono come impossibile redenzione. 📚 Riassunto narrativo dell’episodio: In un’atmosfera intima e densa di significato, prende vita una testimonianza rara e potente: Helga Schneider, 87 anni, racconta con lucidità la propria storia, diventata emblema del trauma trasmesso da una generazione all’altra. Il fulcro del podcast è l’intervista condotta da Carlo Bocchialini alla Feltrinelli di Parma, occasione in cui Helga presenta il suo libro Hitler mai prima di mezzogiorno. L’intervista si apre con un'immagine sconvolgente: una bambina condotta nel bunker di Hitler per motivi propagandistici, dove incontra il dittatore ormai malato e disfatto, lontano dall’immagine eroica costruita dalla propaganda nazista. La stretta di mano con lui – "molle, viscida" – diventa un simbolo sensoriale del crollo di un’illusione e dell’orrore tangibile. La narrazione si sposta poi sul capitolo forse più doloroso: la madre, che abbandonò Helga a quattro anni per diventare guardiana ad Auschwitz. Un’assenza che diventò ferita aperta e motore narrativo. Helga racconta i due incontri con la madre, nel 1971 e nel 1998, scoprendola ancora legata agli ideali nazisti, incapace di pentimento. Da questa seconda esperienza nasce il romanzo Lasciami Andare Madre, tradotto in tutto il mondo. Infine, l’autrice riflette su come questa eredità di dolore abbia influenzato tutta la sua vita: scelte sbagliate, relazioni compromesse, perfino il rapporto col figlio. È un racconto crudo e disarmante, che non cerca consolazione, ma verità.