“Perché ti abbatti, anima mia? Perché ti agiti in me? Spera in Dio, perché lo celebrerò ancora; egli è il mio salvatore e il mio Dio." (Salmo 42,11). Coloro che meditano abbastanza spesso sui Salmi, a un certo punto cominceranno a comporre spontaneamente i propri Salmi. 

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Ogni tipo di paesaggio, ogni spettacolo della natura è un invito diretto alla presenza di Dio senza che noi dobbiamo fare molto se non aprire gli occhi. I cieli - anche i cieli nuvolosi e piovosi - proclamano davvero la gloria di Dio, come leggiamo nel Salmo 19 versetto 2.

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A un certo punto, quando ero una giovane madre, ho scoperto che persino nella vita quotidiana di una mamma ci sono strumenti di preghiera. Per esempio, mentre si stira e si piega il bucato…

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La preghiera è semplicemente la nostra risposta al richiamo di Dio. "Tu mi chiameresti e io ti risponderei..." dice Giobbe (14, versetto15), senza sapere che Dio in realtà lo stava già chiamando incessantemente. La preghiera è quando il bambino corre tra le braccia del Padre. Quando il peccatore implora pietà. Gesù non era mai particolarmente impressionato da eloquenti discorsi religiosi. 

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"Padre nostro". Inizia così. Non "Eccomi di nuovo", ma "Ecco lui-Dio di nuovo". Padre nostro, non padre mio. L'importanza della famiglia spirituale è sottolineata sin dall’inizio. La mia vita non è un atto da solista.Faccio parte di qualcosa di più grande. 

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C.T. Studd (1860-1931) era un evangelista particolarmente dotato, le cui predicazioni portarono molte persone alla fede. Quando gli chiesero come facesse a concepire messaggi così potenti, rispose: "Non serve a nulla sedersi nel proprio studio per preparare un sermone - è una perdita di tempo. Bisogna entrare nello studio cercando la presenza di Dio e diventare così ardenti che anche la propria lingua diventa come un carbone ardente e bisogna parlare per forza”.

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"Rimanete in me e io in voi", ammonisce Gesù nella sua parabola della vite in Giovanni 15,4. Se Gesù è la vite e noi siamo i tralci, allora la preghiera è il mezzo con cui rimane aperto il canale attraverso il quale scorrono acqua e nutrimento. Tutti quelli che considerano la preghiera solo come una pratica religiosa, la svalutano al livello di un compito scolastico. 

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“Perseverate nella preghiera” scrive Paolo ai suoi amici a Roma (Romani 12,12). Non si tratta di un’unica estasi spirituale in cui si è trovato Paolo, perché nomina diverse volte questo tema. “Perseverate nella preghiera” scrive in Colossesi 4,2, “Non cessate mai di pregare”, esorta in 1° Tessalonicesi 5,17.

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L'immagine biblica è impressionante e potente. Il ramo che cerca di portare frutto da solo morirà rapidamente. Il cristiano che vuole portare frutto con i propri sforzi finirà per diventare amaro e pigro, incapace di affrontare i contrattempi della vita, arrabbiato con Dio perché la vita da cristiano è così faticosa e non sembra servirgli a niente personalmente.

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Il giusto cade sette volte, si legge nei Proverbi di Salomone, ma si rialza (Proverbi 24,16). Si libera dal peccato, confessandolo a Dio e agli uomini e poi si rallegra del perdono di Dio e della possibilità di imparare sbagliando. Questo atteggiamento educativo e autocritico fa anche parte delle caratteristiche della "mansuetudine": La capacità di riflettere sul proprio comportamento, di chiedere aiuto e guida a Dio. Camminare, cadere e rialzarsi ripetutamente – questo significa crescere!

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