La cosa meravigliosa è che l'attesa del/nel regno di Dio non è mai vana. Perché il Signore stesso è con noi. Ed è comunque il vero obiettivo della nostra ricerca. Aspettare significa semplicemente: godere dell’attesa della gloria che un giorno vedremo faccia a faccia (Romani 8).

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"Siate allegri nella speranza, pazienti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera"

(Romani 12,12). 

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Il Signore è la mia luce e la mia salvezza, di chi avrò paura? L'Eterno è il rifugio della mia vita; di chi avrò paura? (Sal 27,1).

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"Vi lascio la pace, vi do la mia pace; non la do a voi come la dà il mondo. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore” (Giovanni 14:27).

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"I cristiani dovrebbero sembrarmi più redenti se vogliono farmi credere al loro Redentore", opinò una volta Nietzsche, il grande critico della religione. Dopo aver incontrato dei cristiani, a volte ho avuto la sensazione che portassero la croce di Gesù sul volto, come se non avessero ancora sentito la buona notizia della resurrezione. Papa Francesco ha recentemente ammesso: "A volte questi cristiani malinconici hanno più la faccia di un peperoncino condito con l'aceto che quella di persone gioiose [...]". Eppure, la gioia dovrebbe far parte del frutto dello Spirito, una caratteristica assolutamente presente in noi cristiani!

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Se cerchiamo la nostra felicità in un massimo di divertimento, ci allontaniamo dalla vera salvezza della nostra vita. Il divertimento a breve termine del re Davide attraverso la sua relazione con Betsabea portò alla lunga una lunga catena di sofferenze (per esempio la morte di due persone!). Lo schema è sempre lo stesso: Ciò che sembra divertente a breve termine porta conseguenze negative a lungo termine. La gioia, invece, come segno del frutto dello Spirito, produce frutti per Dio e supera il momento. 

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In Romani 5:5, leggiamo che l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori attraverso lo Spirito Santo. Se camminiamo nello Spirito, allora automaticamente ameremo. Ameremo la nostra famiglia, i nostri amici, ma anche i nostri nemici, gli estranei, i nostri vicini. Ameremo tutti. 

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Sono le piccole risoluzioni quotidiane ad essere decisive. Lodare invece di rimproverare. Ringraziare invece di lamentarsi. Dire parole gentili al posto di rimanere offesi senza dire una parola. Non voler essere sempre al centro dell'attenzione. Non fare ripetutamente insinuazioni sul fatto di essere l'esperto e di aver ragione. 

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Quale cuore non si rallegra quando tali parole risuonano all'orecchio? Soprattutto al giorno d'oggi, quando i modi di fare sono sempre più scontrosi, il tono è sempre più freddo e la società nel suo insieme è sempre meno amorevole. 

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Il nostro nuovo tema per questo lunedì all’inizio del mese di maggio ha un filo diretto con il nostro tema pasquale "Ambasciatori della croce e della risurrezione". Il nuovo argomento era già presente negli episodi precedenti del podcast: il nostro stile di vita come elemento decisivo nel portare le persone a Gesù

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