Cinzia Dal Pino, l’imprenditrice di Viareggio che lo scorso 8 settembre ha investito e ucciso l’uomo che l’aveva scippata, schiacciandolo con la propria autovettura contro la vetrina di un negozio e passandoci sopra altre altre volte con le ruote del SUV, si trova sottoposta alla misura restrittiva degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, così come disposto dal giudice per l’udienza preliminare al termine dell’udienza di convalida dello scorso 11 settembre, ove la donna attentato di giustificare il proprio comportamento col movente di voler fermare l’aggressore, senza aver però chiamato le forze dell’ordine o i soccorsi dopo questo suo gesto, a suo dire legittimo.
La politica ha subito invaso il campo del diritto penale con considerazioni sulla persona che nulla attengono alla valutazione oggettiva di un fatto di reato, e così l’opinione pubblica ha gettato l’ipotesi di una possibile legittima difesa messa in atto dalla donna, tralasciando il fatto che tale difesa , per potersi considerare legittima, deve venire di fronte ad un pericolo attuale e deve esprimersi in maniera proporzionata, tutto il contrario di quanto avvenuto nel caso di Viareggio.