I contenuti sono strumenti: se messi al servizio del marketing diventano strumenti di marketing e nasce il Content Marketing.
In ogni caso sono il frutto di scelte e per arrivare a quelle scelte serve un confronto al cosiddetto “tavolo delle decisioni”.
Qui emergono dinamiche umane universali: ognuno di noi vuole avere ragione. È una debolezza comune che finisce per compromettere ogni decisione collettiva.
Quando si sceglie cosa comunicare e come, il punto non è imporre la propria visione, ma orientare le scelte verso un obiettivo chiaro.
Quando manca questa condizione i confronti degenerano in lotte di opinione senza senso.
Eppure la realtà che ci circonda ci mostra ogni giorno che esistono più mondi e più sensibilità: ciò che a noi sembra inutile o fastidioso, per altri rappresenta valore. Un'azienda che non prenderà mai i nostri soldi prospera grazie a clienti diversi da noi. Clienti ben felici di spendere soldi in quel modo.
Accettare queste evidenze è fondamentale per costruire strategie solide con un approccio che vada oltre le convinzioni personali. Il rischio è confondere le proprie preferenze e intolleranze con verità assolute.
Dire “non me la sento” è un argomento legittimo; bollare un’idea come “una cazzata che non funziona” perché non rispecchia i nostri gusti, non lo è.
Serve onestà perché alla fine i contenuti devono parlare ai clienti, non al nostro ego.
Le domande cruciali restano semplici: esiste un mercato? Quanto è grande? Quanto è competitivo? In quale sensibilità si inserisce il nostro messaggio?
Solo rispondendo a queste domande, e basandoci su dati più che su percezioni personali, il tavolo delle decisioni può diventare solido e generare scelte che produrranno risultati.