In un primo pomeriggio di un giorno mite, le piogge insistenti cessano e lasciano sospesa nell’aria una fresca e salubre umidità. Appollaiate in cima a un alto abete di Douglas, due aquile, come fossero sentinelle, scrutano il mare e l’orizzonte, contro cui si stagliano grattacieli. Nelle vicinanze, sotto un lungo ponte sospeso, la prua di una nave mercantile solca le acque cupe, all’entrata stretta e profonda del fiordo. Salito da poco a bordo, un pilota marittimo assiste il capitano nella navigazione di questo tratto di mare soggetto a forti correnti e alte maree. Più avanti, rimorchiatori appostati presso la banchina attendono l’avanzata silenziosa di questa imbarcazione proveniente dall’estremo Oriente. Si tratta di uno scenario ricorrente alla soglia del porto di Vancouver, città ubicata nel Far West del Canada, Paese con la seconda superficie terrestre più vasta al mondo.