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By Marco Damilano – Chora
The podcast currently has 12 episodes available.
La campagna elettorale 2022 è senza precedenti. Consumata nel segno delle relazioni pericolose con la Russia di Putin, ha avuto un protagonista che non si è candidato: il premier Mario Draghi. La surreale caduta del suo governo ha aperto la via delle urne, le sue recenti dichiarazioni hanno infiammato il dibattito politico. Ma nella prima corsa al voto in estate della storia repubblicana è sempre tutto uguale. Non diminuisce il numero degli elettori incerti, privati della possibilità di scegliere chi li rappresenterà. E continuano a recitare da comparse i candidati-fantasma indicati dai vertici dei partiti, mentre i leader occupano il vuoto, agitandosi su vecchi e nuovi social network.
Non cambia niente nel deserto della crisi della rappresentanza dove gli italiani hanno perso le elezioni.
I contributi audio di questa puntata sono tratti dalla conferenza stampa del presidente del consiglio Mario Draghi del 16 settembre 2022, disponibile sul canale Youtube di Palazzo Chigi, dai profili Tik Tok di Silvio Berlusconi, Carlo Calenda, Matteo Renzi e Matteo Salvini; dall’appello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Parlamento del 2 febbraio 2022, disponibile sul canale Youtube dell’agenzia Vista; dalle comunicazioni del presidente del consiglio Mario Draghi al senato del 20 luglio 2022, disponibili sul canale Youtube di Palazzo Chigi; dal panel del 4 settembre 2022 “L’Italia che vogliamo, confronto politico in vista delle elezioni del 25 settembre 2022” del 48esimo forum di Cernobbio, disponibile sul canale Youtube Ambrosetti Channel; dall’intervista di Enrico Mentana a Giorgia Meloni allo speciale del TG La7 del 15 settembre 2022, disponibile sul canale Youtube di La7; dal confronto Letta Meloni del 12 settembre 2022 ospitato dal sito del Corriere Della Sera, disponibile su Corriere.it; dalla conferenza stampa di Enrico Letta e Carlo Calenda del 2 agosto 2022, disponibile sul canale youtube del Corriere della Sera; dalla puntata di Mezz’ora in Più con ospite Carlo Calenda del 7 agosto 2022, disponibile su Raiplay.
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Durante la legislatura più pazza della storia repubblicana, Giuseppe Conte e Matteo Salvini sono stati tutto e il contrario di tutto. Hanno fatto e disfatto maggioranze. Hanno governato insieme per poi sfidarsi in parlamento mentre scoppiava lo scandalo dei rapporti tra la Lega e la Russia di Putin. Hanno sostenuto entrambi l’esecutivo di Mario Draghi prima di sfilarsi e portare l’Italia a elezioni anticipate in settembre. Sono diversi come il giorno e la notte, il compassato giurista che i Cinque Stelle hanno voluto a palazzo Chigi e l’incontenibile leader che ha resuscitato il partito di Bossi cambiandone i connotati. Quella tra l’Avvocato e il “Capitano” leghista è una relazione complicata al tempo del populismo.
I contributi audio di questa puntata sono tratti dall’informativa del presidente del consiglio Giuseppe Conte al senato del 24 luglio 2019, disponibile sulla pagina Youtube di Palazzo Chigi; dall’intervento di Matteo Salvini all’assemblea generale di Confindustria Russia a Mosca del 17 ottobre 2018, disponibile su Agi.it; dalla dichiarazione alla stampa di Giuseppe Conte del 23 maggio 2018, disponibile sul canale Youtube de La Repubblica; dall’episodio della trasmissione Il Pranzo è servito con Matteo Salvini, condotta da Davide Mengacci e trasmessa da Rete4 nel 1993, disponibile su Mediaset Infinity; dalla registrazione della dichiarazione d’indipendenza della Padania pronunciata da Umberto Bossi a Venezia il 16 settembre del 1996, disponibile sul canale Youtube di Associated Press; dalla manifestazione Renzi a casa! del 28 febbraio 2015 a Roma, disponibile sul canale Youtube di Lega Salvini Premier; dal discorso inaugurale del presidente Donald Trump a Washington del 20 gennaio 2017, disponibile sul canale Youtube di CNN; dalla registrazione dell’incontro all’hotel Metropol di Mosca pubblicata da Buzzfeed il 10 luglio 2019; dalla registrazione della festa della Lega Romagna tenutasi al Papeete Beach di Milano Marittima il 4 agosto 2019, disponibile sul canale Youtube de La Repubblica; dall’intervento al Senato del presidente del consiglio Giuseppe Conte del 20 agosto 2019, disponibile sul canale Youtube de La Repubblica; dall’intervento al senato di Matteo Salvini del 20 agosto 2019, disponibile su La7.it; dalla dichiarazione alla stampa di Matteo Salvini dell’8 agosto 2019, disponibile sul canale Youtube de La Repubblica; dalle dichiarazioni alla stampa del presidente del consiglio Giuseppe Conte del 4 febbraio 2021, disponibili sul canale Youtube di Palazzo Chigi.
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Matteo Renzi e Carlo Calenda formano la coppia più strana della campagna elettorale 2022. Tutto sembra unirli: l’età, la collocazione di centro, il carattere irruente. E il rapporto complicatissimo con lo stesso partito, il PD, che entrambi hanno lasciato.
Alle politiche del 25 settembre corrono insieme. Eppure, raggiungere l’accordo per i due è stata un’impresa. Perché Carlo e Matteo sono gli uguali contrapposti che si respingono. Sono simili, ma diversissimi, come nei loro precoci esordi televisivi, quando ancora non erano il manager con la passione per Winston Churchill prestato alla politica e l’outsider di Rignano sull’Arno destinato a conquistare l’Italia.
I contributi audio di questa puntata sono tratti dalla miniserie Cuore, prodotta nel 1984 da Rai 2 con Difilm, Antenne 2 e RTSI, disponibile su Raiplay; da stralci disponibili su virgilio.it del programma La ruota della fortuna, condotto da Mike Bongiorno e trasmesso da Canale 5 nel 1994; dalla registrazione della manifestazione “Europee 2019, Calenda e Renzi a Milano”di lunedì 20 maggio 2019, disponibile su radio radicale; dalla registrazione del dibattito organizzato dal Partito Democratico durante la Festa nazionale dell’Unità 2019 di Ravenna,, disponibile su radio radicale; dalla registrazione del Convegno “Leopolda 10” -Italiaventinove- tenutosi il 19 ottobre 2019 a Firenze, disponibile su radio radicale; dalla registrazione del Convegno “Leopolda 5” – il futuro è solo l’inizio- tenutosi il 24 ottobre 2014 a Firenze, disponibile su radio radicale; dalla puntata del 9 gennaio 2015 di Otto e mezzo condotto da Lilli Gruber e trasmesso da La7, disponibile sul canale Youtube di La7; dalla registrazione del Convegno “Leopolda 6”, tenutosi dall’11 al 13 dicembre 2015 a Firenze, disponibile sul canale Youtube di Matteo Renzi; dal video del giuramento di Carlo Calenda come ministro dello sviluppo economico del 10 maggio 2016, disponibile sul canale Youtube della Presidenza della Repubblica; dalla puntata del 23 novembre 2021 de l’Aria Che Tira condotto da Myrta Merlino e trasmesso di La 7, disponibile sul canale Youtube di La7; dall’edizione del Tgcom24 del 7 agosto 2022, disponibile sul canale Youtube del Tgcom 24.
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C’erano una volta le preferenze. Amate, temute, maledette. Erano la formula magica per conquistare un seggio alla Camera o in Senato. I candidati ci mettevano la faccia, gli elettori sceglievano i nomi di chi volevano in parlamento. Erano i tempi della prima Repubblica, quando si battevano i territori a caccia di preferenze. Una dopo l’altra, un pacchetto di voti sommato all’altro. Da allora sembrano passati secoli, oggi che in Italia la preferenza è bandita dal sistema elettorale e le liste sono “bloccate”. Oggi che a metterci la faccia è solo uno: il Leader. E a decidere tutto sono i partiti: prendere o lasciare.
Benvenuti nel Paese delle meraviglie, dove si svolge la non-campagna elettorale dei candidati senza volto.
Il contributo audio di questa puntata è tratto dal programma Faccia a Faccia del 22 febbraio 2016, disponibile su La Sicilia Web.
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Roma, 2 luglio 1987. L’inizio della decima legislatura è di quelli che non si sono mai visti. Davanti a Montecitorio accade l’impensabile. Compare Lei: Ilona Staller, l’uragano Cicciolina. È la prima volta nella storia delle democrazie occidentali che una pornostar viene eletta deputato. Il sistema dei partiti sembra ancora solidissimo. E invece qualcosa comincia a incrinarsi. A Nord cresce una forza nuova: è la Lega Lombarda. In parlamento sbarcano “nani e ballerine”. E dai microfoni aperti di Radio radicale l’Italia profonda si confessa vomitando il suo odio contro tutto e tutti. È il 1987 e la fine della prima Repubblica è prossima.
I contributi audio di questa puntata sono tratti dal programma Filo Diretto con Ilona Staller, trasmesso da Radio Radicale il 22 maggio 1987; da Voulez Vous Coucher Avec Moi, trasmesso da Radio Luna nel 1975; dalla "Campagna elettorale del Partito Radicale" registrata a Napoli il 22 maggio 1983 da Radio Radicale; dal programma Radio Parolaccia, trasmesso da Radio Radicale nel 1986;, e da Linea Rovente dell’8 dicembre 1987, programma condotto da Giuliano Ferrara e trasmesso da Rai 3 e dalla registrazione della seduta della Camera dei deputati del 29 luglio 1989, trasmessa da Radio radicale.
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La caccia a un seggio in parlamento è un’arte antica della Repubblica. Cambiano le leggi elettorali, cambiano i partiti, ma non cambia il rebus di sempre: decidere chi sarà candidato e chi, invece, verrà escluso dalla corsa. Ed ecco che lo spettacolo si ripete in queste elezioni politiche che sono una prima assoluta. Mai si era votato in autunno: il prossimo 25 settembre. Mai si era votato per così pochi parlamentari: solo 600 dopo la riforma del 2020. E mai si era affrontato il dilemma delle liste nel cuore di un’estate rovente.
Complicate alchimie, furiosi litigi e confronti anche fisici, malori, ricatti e compravendite, bruschi colpi di mano e incredibili colpi di scena sono gli ingredienti del Romanzo elettorale. E tutto può succedere.
I contributi audio di questa puntata sono tratti dal programma tv Matrix del marzo 2006, condotto da Enrico Mentana e trasmesso da Canale 5, e dai video di presentazione per le parlamentarie 2013 di Alessandro Di Battista, Lorenzo Andraghetti, Manlio Di Stefano, Arianna Spessotto e Silvia Benedetti, tutti disponibili su Youtube.
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Anno 1993. I boati del tritolo proiettano l’Italia in un incubo. Da maggio a luglio, un’impressionante serie di attentati riporta il Paese agli anni più bui della notte della Repubblica. Mentre gli esplosivi di Cosa nostra accompagnano come una terribile colonna sonora la caduta della prima Repubblica, l’imprenditore milanese Silvio Berlusconi va alle grandi manovre e decide di lanciare un nuovo soggetto politico con l’obiettivo di occupare il campo moderato e difendere l’impero economico della Fininvest minacciato dalle inchieste del pool di Milano. È tempo dell’Operazione Botticelli, che prende il nome dalla sala del Jolly Hotel di Milano due in cui, nel novembre del 1993, si tenne la prima riunione del partito-azienda di Berlusconi.
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Marzo 1993. L’inchiesta di Mani pulite si abbatte come uno tsunami sull’Italia. Tremano i partiti politici, tremano i grandi gruppi imprenditoriali pubblici e privati. Sotto un diluvio di avvisi di garanzia, muore la prima Repubblica. In quelle settimane, sui muri delle città italiane compaiono dei misteriosi manifesti pubblicitari. Ritraggono alcuni bambini che sorridono e fanno smorfie buffe. Sotto, una scritta recita: “Fozza Itaia”. A Milano, intanto, un tycoon delle telecomunicazioni guarda preoccupato allo sgretolarsi del sistema. Si chiama Silvio Berlusconi e ha deciso che è arrivato il momento di agire.
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Aprile 1948. La prima campagna elettorale dell’Italia repubblicana è Armageddon, la madre di tutte le battaglie. Dietro la competizione tra la Democrazia cristiana di Alcide De Gasperi e il Fronte popolare formato da comunisti e socialisti, si consuma uno scontro di civiltà: il conflitto tra il libero Occidente e la Russia di Stalin. Tutto è lecito per sventare l’apocalisse e nell’ombra agiscono forze occulte. Il Quarto partito – il partito dei soldi, che non si conta nelle urne, ma si pesa – è pronto a scendere in campo.
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