Due album, uno che ci riporta agli anni ottanta, e uno inciso quest'anno, entrambi con protagonista un trio, e con in comune la presenza di un grande sassofonista britannico, Larry Stabbins. Negli anni ottanta Stabbins raggiunse una ampia notorietà internazionale in quanto membro di un gruppo della nuova scena britannica di allora, i Working Week, che ebbe molto successo grazie ad una brillante miscela di jazz, soul e musica latina, e a voci come quelle di Tracy Thorn e di Juliet Roberts. Ma prima, dopo, e anche durante questa fase di successo dei Working Week, Stabbins, classe 1949, è stato ed è un protagonista della scena improvvisativa inglese: e infatti nel primo album, un live in Italia pubblicato dalla glorioisa Ogun, lo troviamo nell'85, proprio il periodo di maggiore successo dei Working Week, in compagnia di due esponenti di primo piano della scena d'avanguardia e radicale d'oltre Manica come il pianista Keith Tippett e il batterista sudafricano in esilio Louis Moholo: un trio che per Stabbins era un po' la sua "combinazione da sogno" dell'epoca. In Sarost Stabbins unisce le forze con due formidabili veterani della scena free britannica: il trio vuole tesaurizzare le esperienze che i tre musicisti hanno maturato assieme nel corso di una lunga consuetudine e in varie situazioni, fin dagli anni settanta, inizialmente Stabbins con Rogers, più giovane di lui, e Rogers con Sanders, ancora più giovane. Sarost è un trio recente, ha fatto molto effetto nei primi giorni di quest'anno al Bath Jazz Weekend, subito dopo il quale ha inciso Aurora: l'album è pubblicato da Jazz Now Records, e rientra nel progetto Jazz in Britain che ha lo scopo di valorizzare la grande storia e tradizione del jazz britannico.