Come sarà il 2021 dei matrimoni? Con ogni probabilità sarà l'anno del tutto esaurito, con cerimonie infrasettimanali o prezzi record...a meno che qualcuno nel frattempo non abbia cambiato idea. Matrimoni, ma anche cresime, comunioni, compleanni tondi, riunioni di classe o di famiglia, eventi programmati per i quali magari avevamo già abito, i scarpe, regali, inviti fatti...molti svaniti nel nulla. Solo i matrimoni rinviati sono stati 17mila sono tra marzo e aprile, si stima arriveremo almeno a 50mila. Aggiungiamo che in media l'investimento delle coppie per le nozze è di 24.500 euro. Chi più chi meno.Tra maggio e giugno si sarebbero dovute celebrare oltre 20 milioni tra comunioni e cresime. Un giro d'affari per il settore della ristorazione pari a 84 milioni di euro. Conti da fare e nuova economia da inventare, per chi lavora in questo settore e per chi aveva programmato un cambio di vita.

Dalle piscine ai tatami degli sport di combattimento, dai campi di basket o volley ai circoli di tennis; dalle palestre della ritmica e dell'artistica alle sale fitness. In Italia, secondo l'Istat, 20 milioni di persone praticano attività sportive , mentre i tesserati, fra Coni e enti di promozione, sono almeno 12 milioni. In un'estate dopo il lockdown in cui vince la voglia di sport noi facciamo i conti. Praticare sport, quello per tutti, vale circa 30 miliardi di euro che salgono a 60 considerando l'indotto diretto e indiretto. A farla da padrona in quest'anno Covid il tennis, sport di distanza per eccellenza. Ma sport significa anche investimenti: quelli infrastrutturali attivati per rispondere alla domanda di sport a tutti i livelli sono 135 milioni per il solo calcio. E poi posti di lavoro (98.000 solo per il calcio non professionistico) e i consumi tra attrezzature, iscrizioni, viaggi.

Pagine da sfogliare o ebook da maneggiare: che sia l'uno o l'altro il mondo del libro è tra quelli che esce stravolto dalla crisi Covid-19. Scomparse 8 milioni di copie vendute nei primi 4 mesi dell'anno con una perdita di fatturato pari a circa 134 milioni di euro nel solo settore dell'intrattenimento. E se da parte è boom dell'online, arrivato a coprire quasi la metà del mercato, ci sono storie di librerie - e di librai sopratutto delle piccole realtà - che hanno dato prova di una frotissima resilienza mantenendosi a galla anche percorrendo km per consegnare libri porta a porta. Due realtà che stanno a braccetto per un settore che pesa sul pil italiano così come sulla nostra economia delle piccole cose.

Si chiama digital divide, è il divario tra chi ha possibilità di accesso alla tecnologia e chi no. Tradotta rischia di essere la nuova emarginazione, sociale ma anche economica. Tanto che tra i provvedimenti per contrastare gli effetti della pandemia è stato costituito anche un fondo per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione. I motivi possono essere geografici, ci sono zone dove l'accesso alla rete ancora difficile, nonostante gli investimenti. Economici, perché magari c'è chi non se lo può permettere, e lo abbiamo visto ad esempio con gli studenti che si sono trovati in difficoltà perchè a casa non avevano un computer. Ma anche anagrafici: ci sono quote della popolazione che non avevano mai usato la tecnologia. E i riflessi per la nostra economia sono moltissimi. Bastano due dati: n terzo delle famiglie non ha computer o tablet in casa, secondo il report dell'Istat . E più di 11 milioni di italiani restano scoperti dalle reti. Parliamo di zone montane, campagne, periferie, ma anche singoli quartieri di grandi città. Solo in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, i comuni e le frazioni in cui non è possibile svolgere uno smartworking o telelavoro efficiente sono ben 2.349.

Si può fare teatro senza i teatri? E un concerto senza spettatori? Una domanda a cui non credevamo di dover rispondere, ma che invece ci siamo trovati ad affrontare. Il rosso nei conti dei teatri italiani non è solo per il Covid. E' un settore che non viveva già prima tempi d'abbondanza. Eppure nelle settimane del lockdown abbiamo consumato cultura online e teatro online. Tanto che si è parlato di una piattaforma dove trasferire molte di queste esperienze per farne un tesoretto a pagamento per arrotondare i conti, o anche solo per mantenere viva l'attenzione. Un'occasione per svecchiare, aggiornare e innovare gli spettacoli dal vivo e magari svecchiare il pubblico o solo crisi? Quella di certo c'è per i lavoratori di questo settore. Ma le esperienze per guardare avanti ci sono

C'è un'economia, e un luogo che ha riscoperto questa estate. Ed è la montagna. Mai come come quest'anno si parla di boom. A fine stagione si attende una crescita dell'8%, molto considerando che non è questa la stagione per eccellenza. Negli ultimi anni la montagna si è rilanciata con l'economia dell'esperienza dall'avventura alla mountain bike. Raggiungendo tutto sommato un pubblico che si è andato allargando. E mai come quest'anno è diventata anche digital. Mai come quest'anno è tutto esaurito in alta quota. E mai come quest'anno il dibattito è aperto: quale montagna vogliamo? E quale economia regge tMontagna, un'economia che si rilancia e scopre il digital.ra numeri chiusi e conti da far quadrare?

Il Coronavirus ha fatto scoprire agli italiani le biblioteche online. Un vero e proprio boom di iscrizioni e di prestiti che non si è interrotto neppure con la fine del lokdown. Basta un numero. La versione online del sistema bibliotecario di Milano ha avuto un aumento del 641% delle iscrizioni e il numero di prestiti o meglio download di libri e audiolibri ha superato i 57mila nel solo mese di marzo, più del doppio rispetto al mese prima. Ma non è l'unico, in Emilia nel mesi aprile siamo ad un +290%. Che le biblioteche, complice la nuova vita digitale, possano vivere una stagione di riscoperta è prova il fatto che i fondi stanziati dal ministero della cultura per la filiera del libro prevedono che 30 milioni di euro vadano per un acquisto straordinario di libri disponibili al rientro a settembre. Ma quanto vale il patrimonio delle biblioteche? Ed è questa la via per le nuove generazioni? Dal papiro all'online storia di un'economia che sopravvive ai secoli.

Dal boom alla resilienza. Dalle multisale estive al ritorno nelle vecchie arene. Ecco come il Covid19 ha cambiato il cinema italiano, facendo tornare indietro le lancette. Ma solo in apparenza.

L'estate scorsa il boom del cinema d'estate col Re Leone, quest’anno la sfida è un mix tra tradizione e innovazione. Da una parte le sale che hanno riaperto, ma per moltiplicare pubblico aprono anche allo streaming, direttamente dalla sala e non dalle piattaforme. Dall’altro il ritorno ad una tradizione tutta italiana: le arene estive. Già boom nelle prime proiezioni e un’estate che recupererà all’aperto il cartellone perduto. Un esempio che l’Europa ci invidia.

Dalle cinque terre a firenze, ma è lo stesso a Roma o Napoli.Troppi stranieri o troppo pochi stranieri? Un'altra delle riflessioni che cambiano nei modi e nei termini in questo 2020. A noi cosa ne viene in tasca? perché non potremmo godere di un'Italia meno affollata e tanto bella? Francesi e svizzeri lungo la Riviera dei Fiori. Inglesi per i borghi delle Cinque Terre. Gli americani tra Ischia, Capri e la Costiera Amalfitana. Olandesi nella campagna toscana, russi in Romagna. E i tedeschi, poi: dal Veneto alla Puglia.Il confronto rispetto al 2019 è impietoso: 35 milioni di visitatori e 119 milioni di pernottamenti in meno. Il caso dell'estate è Venezia. In piazza san marco salotto della laguna dove ieri sono comparsi ombrelloni e tavolini. Polemiche, proteste, qualche riflessione da fare: l'economia covid ci cambia anche nel modo di percepire quel che è per tutti o per pochi?

Appartamenti di proprietà o presi in affitto per un mese almeno, magari l'intera stagione estiva. È tornato il turismo all'antica: familiare, tranquillo. Prudente. Questa estate l'economia di molte zone vocate al turismo, sopratutto al nord, sarà salvata dalle seconde case. Sia perché molti uffici resteranno in smartworking fino a settembre, e così in molti hanno deciso di trasferirsi per tutta l'estate, sia perché chi può ha rinviato al futuro altre mete rifugiandosi in luoghi conosciuti.
Le seconde case, categoria di immobili che non manca in provincia di Sondrio, a pochi passi da Milano, dove sono circa 75mila in buona parte villini, baite, case di famiglia, quest'anno sono tutti richiestissimi. Così come sui laghi bresciani, nelle valli bergamasche o sulla costa ligure. Per chi ha parenti al sud la storia non cambia. Era già accaduto negli anni della crisi economica e degli attentati terroristici: per necessità o per paura i proprietari delle seconde case avevano deciso di occupare le proprietà che invece negli anni precedenti venivano lasciate libere sul mercato. Ma quanti sono gli italiani che hanno ancora una seconda casa? E qual'è il destino degli affitti brevi e delle piattaforme di locazione? Facciamo i conti di un'estate Covid.