Il blitz in camera Quando venne eseguito il blitz “Angeli e Demoni” i carabinieri di Reggio Emilia si presentarono alle 6 del mattino a casa delle affidatarie di K., per prelevare la bambina e portarla in comunità. Una vera e propria «operazione di polizia» che rappresenta «il segno tangibile della poca attenzione alle condizioni emotive dei bambini che è stato il taglio morale di questa indagine», ha commentato a margine dell’udienza l’avvocato Oliviero Mazza.

Audizioni
Cosa dissero nel pieno della tempesta mediatica la pm Valentina Salvi e il presidente del Tribunale dei minori Giuseppe Spadaro? Facciamo un salto indietro per raccontare il clima di quei giorni, in attesa di una nuova udienza.

Cari nonni, vi amo «Cari nonni, volevo ringraziarvi con tutta me stessa del bene che mi avete dato e di avermi dato la possibilità di stare in un’aria più bella. Siete una parte di me e vi ho sempre amato anche tra i nostri conflitti, siete state le uniche persone con cui cammino ad occhi chiusi in tutta la mia vita. Vi amo e spero di riuscire a trovarvi ancora». Sono queste le parole scritte da K., una dei bambini di Bibbiano, ai genitori delle sue affidatarie.

Qualcuno ha acceso il Neurotek?
«Vorrei sottolineare che nessuno, finora, aveva messo in funzione finora questo macchinario. Ecco, come vedete non ha provocato nessun cambiamento in me e nessuna immutazione mentale». A dirlo in aula l’avvocato Luca Bauccio, difensore della psicoterapeuta Nadia Bolognini. Nessuno - né l’accusa né le sue consulenti - ha mai effettivamente verificato come funzionasse questo macchinario e se fosse potenzialmente dannoso (cosa smentita perfino dal perito della procura). E una volta messo in funzione gli effetti sulla psiche sono nulli, avendo una funzione auto rilassante e nessuna capacità di provocare danni.

Time out Durante la sospensione delle udienze per l’astensione proclamata dai penalisti raccontiamo due momenti che hanno preceduto la ripresa del dibattimento a settembre: le motivazioni dell’assoluzione definitiva di Claudio Foti e la condanna di Selvaggia Lucarelli in sede civile per un post in cui attribuiva allo psicoterapeuta un suicidio col quale non ha mai avuto niente a che fare.

Niente sette, niente metodo continua il controesame di  Nadia Bolognini, la psicoterapeuta nel processo sui presunti affidi illeciti. Con la pm a caccia di un presunto metodo - che la professionista smentisce - e di “riscontri” ai fatti intrapsichici. Ma i fatti intrapsichici, per definizione, non hanno riscontri.

I capi d’imputazione stilati dalla procura di Reggio Emilia nei confronti della psicoterapeuta Nadia Bolognini sono smentiti dalla semplice trascrizione delle sedute. Ma non solo: per l’avvocato Luca Bauccio la consulente Elena Francia agì da agente provocatore (fallendo). E L’Emdr non può recuperare ricordi “cancellati”.

Verità nascoste
La pm Valentina Salvi rinuncia ai ricorsi, portando all’assoluzione definitiva di tre imputati, tra cui il sindaco Andrea Carletti. Ma le sorprese non finiscono qui: emerge un aumento vertiginoso dei costi degli affidi dopo il blitz della procura, con meno famiglie disposte ad accogliere i minori. Nadia Bolognini, psicoterapeuta al centro delle indagini, racconta la sua verità, mentre il suo avvocato accusa il maresciallo Milano di aver mentito su un procedimento disciplinare che si era concluso con la sua assoluzione.

Non era Emdr
Come si fa ad accusare una professionista di violare i parametri di una tecnica terapeutica se in realtà ne sta usando un’altra? Tutto questo è accaduto a Bibbiano, dove la testimonianza di Isabel Fernandez, presidente dell’Associazione Emdr Italia ha sfatato un mito: non si può accusare la psicoterapeuta Bolognini di non saper usare quella tecnica. In aula le contraddizioni della madre di una minore.