Un evento popolare in una città simbolica.
Per la sua prima volta all'interno dei confini comunitari, dal 12 al 14 ottobre, Bitcoin Magazine ha scelto Amsterdam. Simbolo europeo di libertà, dove la prostituzione è liberalizzata e le droghe leggere sono tollerate e, anche per questo, luogo oggetto di turismo proveniente da tutto il continente. Scelta ideale per parlare di uno strumento intriso di cultura libertaria.
Per Bitcoin Train e Bitcoin Magazine sono stato alla conferenza: cosa ne è risultato? Qual è il bilancio? Tre lezioni che mi sono portato a casa dalla Bitcoin Amsterdam.
Lezione n. 1 - Lightning Network: il futuro è già qui
Diversamente da Riga, alla Bitcoin Amsterdam era possibile acquistare qualunque cosa in bitcoin tramite LN: cibo, bevande, alcolici, gadget. Il risultato è che nei tre giorni di conferenza le compravendite in sats hanno raggiunto il valore complessivo di 1,56 bitcoin (o 156,8 milioni di satoshi) con quasi 4.000 transazioni.
Lezione n. 2 - Libertà e Bitcoin: strade comuni
Sebbene non siano stati fatti annunci significativi, assistendo a interventi e panel è stato possibile individuare un pattern. Bitcoin è utilizzato già da tempo come strumento di libertà: libertà di pagamento e di parola, libertà dalla spirale debitoria in cui viviamo, dagli effetti della disinformazione, dai regimi.
Lezione n. 3 - Serve più coinvolgimento
Dei 6.000 partecipanti attesi inizialmente da Bitcoin Magazine, l’affluenza complessiva è stata di solamente 3.500 persone. Un bene per la location - che sarebbe stata francamente inadatta a ospitare il doppio dei presenti - ma un dato che porta a una critica doverosa. Se da un lato il livello di speech e panel era basilare e quindi accessibile anche ai meno esperti, dall’altro la conferenza non è stata adeguatamente pubblicizzata.
Dopotutto, a Milano il Salone del Mobile è così popolare proprio perché anche chi si disinteressa di design si imbatte spesso negli eventi del Fuorisalone girando per la città. Purtroppo non ho visto quasi nulla di tutto questo ad Amsterdam. Nessun evento e pochissimi flyer pubblicitari sparsi qua e là. Se l’obiettivo era quello di fare onboarding di più curiosi possibili, l’approccio è stato sbagliato
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