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Giorgia Ortu La Barbera ha 54 anni, vive a Latina ed è una psicologa che si occupa di consulenze nell’area delle risorse umane. I suoi genitori, sposatisi giovanissimi, la espongono fin dall’infanzia a due modelli di vita diversi: quello paterno, caratterizzato da una forte instabilità e quello materno, sinonimo di grande linearità. Data la presenza altalenante del padre, la gestione economica e organizzativa della famiglia è a carico della madre, che educa le tre figlie al contenimento delle spese. In quegli anni di privazioni, Giorgia ha la fantasia che, una volta adulta, sarebbe stata ricca. Ricchezza, per lei, è potersi concedere il superfluo. Quando entra nel mondo del lavoro, lo fa dalla porta dei contratti co.co.co. All’età di 33 anni, però, quando diventa madre, con una laurea e due master, rischia di uscire dal mercato del lavoro. A quel punto, con una figlia di nemmeno un anno, decide di aprire la Partita Iva: è brava, trova clienti e inizia a fatturare. Diventa ricca, cioè raggiunge la condizione a cui ambiva, quella di potersi concedere il beneficio del superfluo. Eppure, per anni, prova senso di colpa per quelle spese, perché fatica a gestire la partita Iva, con le sue scadenze, i suoi pagamenti. Inizia così un percorso di educazione finanziaria e capisce che, gestendo meglio il denaro, non solo può concedersi il superfluo che la fa felice, ma può anche guadagnarsi un pensiero sereno sul futuro.
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Giorgia Ortu La Barbera ha 54 anni, vive a Latina ed è una psicologa che si occupa di consulenze nell’area delle risorse umane. I suoi genitori, sposatisi giovanissimi, la espongono fin dall’infanzia a due modelli di vita diversi: quello paterno, caratterizzato da una forte instabilità e quello materno, sinonimo di grande linearità. Data la presenza altalenante del padre, la gestione economica e organizzativa della famiglia è a carico della madre, che educa le tre figlie al contenimento delle spese. In quegli anni di privazioni, Giorgia ha la fantasia che, una volta adulta, sarebbe stata ricca. Ricchezza, per lei, è potersi concedere il superfluo. Quando entra nel mondo del lavoro, lo fa dalla porta dei contratti co.co.co. All’età di 33 anni, però, quando diventa madre, con una laurea e due master, rischia di uscire dal mercato del lavoro. A quel punto, con una figlia di nemmeno un anno, decide di aprire la Partita Iva: è brava, trova clienti e inizia a fatturare. Diventa ricca, cioè raggiunge la condizione a cui ambiva, quella di potersi concedere il beneficio del superfluo. Eppure, per anni, prova senso di colpa per quelle spese, perché fatica a gestire la partita Iva, con le sue scadenze, i suoi pagamenti. Inizia così un percorso di educazione finanziaria e capisce che, gestendo meglio il denaro, non solo può concedersi il superfluo che la fa felice, ma può anche guadagnarsi un pensiero sereno sul futuro.
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