Mi ha colpito, cari Valentina e Saverio, che nelle letture che avete scelto per la vostra celebrazione, il vero protagonista sia Dio. È curioso, perché nel matrimonio, di solito, gli occhi sono tutti su di voi — ed è giusto così. Siete voi a essere al centro, a esservi preparati, a compiere un passo importante. Eppure, le letture ci spingono a guardare oltre, a vedere come dietro ogni passo umano ci sia un filo profondo, invisibile, che è l’azione di Dio.
Un amore che precede il nostro
La Scrittura ce lo dice chiaramente: “Se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.” C'è un amore che viene prima del nostro, che ci precede, ci ispira, ci sostiene. Un amore che agisce fin dalla creazione, come ci racconta il libro della Genesi. Dio vede che l’uomo, pur essendo la sua creatura più bella e significativa, è solo. E allora si impegna a trovare per lui un aiuto che gli corrisponda.
Dio prova a creare ogni sorta di animale, gli uccelli del cielo... ma nessuno basta. Finché, finalmente, crea la donna, tratta dall’uomo, e allora l’uomo riconosce in lei una parte di sé: osso delle sue ossa. Un aiuto vero, un alleato, qualcuno con cui entrare in sintonia profonda.
Gesù e il disegno originario
Anche nel Vangelo, ci troviamo davanti a una domanda spiazzante dei farisei: “È lecito ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?” È una domanda che scandalizza, già solo per il verbo usato: “ripudiare”. Eppure Gesù, davanti a questa provocazione, non si limita a una risposta giuridica, ma va alla radice, al principio.
Ricorda che “da principio Dio li creò maschio e femmina”. Due realtà simili ma diverse, che si attraggono e si completano. Ecco perché, dice ancora Gesù, “l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie”. Non ci spiega il “come”, ma ci mostra che c’è un mistero profondo inscritto nella creazione: il desiderio di unità.
Uniti sotto lo stesso giogo
E c'è un’altra parola, fortissima, che Gesù aggiunge: “L’uomo non divida ciò che Dio ha congiunto.” È Dio che unisce. Non è solo una scelta umana, un progetto personale. E il verbo originale ci dice qualcosa in più: Dio “ha posto sotto lo stesso giogo” i due sposi.
È un’immagine forte, quella del giogo — lo so — che richiama il cammino degli animali da lavoro, dei buoi o degli asini. Ma è anche un’immagine preziosa: due esseri che camminano fianco a fianco, conoscendo bene la fatica dell’altro, i suoi limiti e le sue potenzialità. Uniti non per competere, ma per camminare insieme, al medesimo passo.
Un’unione che fa fiorire
Ed è proprio questo che celebriamo oggi: un’opera di Dio. Voi due vi siete conosciuti, avete imparato a volervi bene, avete cominciato a vivere insieme. E avete scoperto che quell’unione vi faceva fiorire, dava profondità, senso e bellezza a ciò che eravate. Ma io oggi voglio dire con forza che in tutto questo c’è un’opera più profonda, invisibile ma reale: è Dio che ha agito, che vi ha guidati fin qui.
La promessa: risposta a un dono
E oggi, davanti a Dio e alla comunità, testimoniate proprio questo: che avete riconosciuto la sua opera nella vostra storia, e che a questa opera rispondete con una promessa. La promessa dell’amore per sempre. È un amore che non nasce solo da voi, ma che si radica in Dio, nella sua logica, nel suo modo di amare.
Come ci ricorda ancora san Giovanni: “In questo sta l’amore, non siamo stati noi ad amare Dio, ma è Lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio.” Questo è il cuore: Dio ci ha amati per primo, ha messo la sua mano sulla nostra vita, ha fatto germogliare qualcosa di nuovo.
La nostra capacità di amare viene da Lui
E allora possiamo smettere di chiederci se ne siamo davvero capaci. Perché forse da soli non lo saremmo. Ma se attingiamo all’amore di Dio, che ha fatto tutto per noi, allora possiamo anche noi amarci in modo profondo, vero, costante. Non solo nei momenti solenni, ma nella quotidianità: nel venirsi incontro, nel proteggersi, nel fidarsi, nell’accogliersi, nell’organizzare una vacanza, nello scegliere insieme.
Tutto diventa espressione di quell’amore che Dio ha messo tra di voi. Perché, dice ancora Giovanni, “se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi, e l’amore di Dio è perfetto.”
Il vostro amore: via di salvezza
Il vostro volervi bene non inizia oggi. Ma da oggi, con questo rito, acquista una nuova consapevolezza: quella della presenza viva di Dio nel vostro amore. Il fatto stesso che siete insieme, che siete giunti qui, è segno della sua opera. Siete stati congiunti, soggiogati, uniti da Lui per poter celebrare il vostro amore come una vocazione e come una salvezza.
È qui che la vostra vita battesimale fiorisce. È qui che porterete frutto, giorno per giorno, in una fecondità che non si misura solo nei figli, ma anche nella gioia profonda che solo un amore donato e ricevuto può generare.
Lode a Dio, che è amore
E allora, oggi non possiamo fare altro che ringraziare il Signore per voi. Ci uniamo alla vostra preghiera, alla vostra lode, perché la vostra storia testimonia che Dio è amore. E che dove c’è amore vero, Dio rimane.