Nei giorni scorsi, mentre da Napoli mi preparavo a venire per celebrare questo matrimonio, ho percepito qualcosa di molto bello: il legame profondo tra il matrimonio di oggi e la preghiera, come ci suggeriscono le letture della liturgia.
Oggi vorrei soffermarmi sulla piccola parabola che Gesù racconta subito dopo, e che aiuta a comprenderlo meglio.
Questa parabola ci presenta un uomo che, nel cuore della notte, riceve una visita inaspettata e si trova senza nulla da offrire. Allora va da un amico e bussa, chiedendo del pane. L’amico si giustifica, è tardi, i figli dormono, ma l’altro non molla, continua a bussare, insiste. Gesù dice che, anche se non glielo darà per amicizia, alla fine glielo darà per l’insistenza.
Il matrimonio come gesto audace di chi non ha nulla da offrire
Questa parabola ci insegna qualcosa di importante: nella preghiera – e quindi anche nel matrimonio – ci troviamo spesso nella condizione di chi non ha nulla da offrire. In un mondo che ci chiede di avere tutto sotto controllo, di essere autosufficienti, il matrimonio è un salto nel vuoto, una dichiarazione di dipendenza. Potremmo domandarci: “Ma cosa venite a sposarvi a fare, se avete già tutto?” Eppure è proprio lì la bellezza: nel voler donare, anche se si è consapevoli di non avere abbastanza. Il Signore allora entra nella nostra vita e ci aiuta a dare anche quello che ci manca. È Lui che ci sostiene, che ci completa.
La preghiera del Padre Nostro è allora un atto di umiltà: ci mette di fronte al fatto che da soli non ce la facciamo, che abbiamo bisogno dell’aiuto di Dio per poter amare, per poter costruire qualcosa di duraturo. È un pensiero che va controcorrente, perché oggi siamo educati a bastare a noi stessi, a vivere in autonomia. Ma il Vangelo ci dice: no, ci sarà sempre un amico che arriverà inaspettatamente, e dovrai bussare per ricevere pane.
Insistere, cercare, bussare: il cuore della fede
Questo atteggiamento dell’insistenza – del chiedere, cercare, bussare – è profondamente cristiano. È lo stile di chi riconosce il proprio bisogno e non si arrende. È l’immagine della nostra amica Gerarda, che tutti conosciamo: insistente, sì, ma anche profondamente generosa. E in fondo la fede è proprio questo: non tanto l’avere già tutto, ma il continuare a cercare. La preghiera del Padre Nostro ci guida proprio in questa direzione, e oggi acquista per voi due un significato tutto speciale.
Quando Gesù dice: “Quando pregate, dite Padre”, ci invita a rivolgerci a Dio con la confidenza di un figlio. I padri amano i figli, a volte sgridano, ma alla fine li accolgono sempre. È questo il volto del nostro Dio: non un giudice, ma un Padre, che accoglie e che regna con amore.
Il matrimonio come testimonianza del Regno di Dio
Il vostro matrimonio è un segno di questa fede. Avreste potuto accontentarvi di un matrimonio civile, di un patto formale, ma avete voluto qualcosa di più: santificare il Signore attraverso la vostra unione. Il vostro amore, nella semplicità e bellezza del quotidiano, diventa testimonianza del Regno di Dio.
Nel modo in cui vi vorrete bene, nella vostra casa, nel rapporto con i figli e con gli amici, si vedrà qualcosa del volto di Dio. E quando, nella preghiera, direte “dacci oggi il nostro pane quotidiano”, saprete che quel pane è ciò che vi nutre davvero: la capacità di amarvi ogni giorno, di rinnovare il sì, di restare fedeli anche nella fatica.
Il perdono: la radice dell’amore duraturo
Tra le parole più forti della preghiera c’è: “perdona i nostri peccati”. Il perdono è il cuore dell’amore. Non si tratta solo di vivere tra fiorellini e dolci parole, ma di attraversare le prove, i litigi, le incomprensioni. Ed è lì che si misura la profondità di un legame: nella capacità di perdonarsi. Anche voi, come dice la preghiera, sarete chiamati a perdonare i vostri debitori, perché tutti sbagliamo, tutti siamo in cammino.
Non abbandonarci: la supplica continua
Infine, “non abbandonarci alla tentazione”. Che bella questa invocazione! È il grido di chi chiede protezione, di chi desidera non cadere, non smarrirsi. “Tienimi una mano sulla testa, Signore”, diciamo col cuore. Perché la tentazione, la fatica, i momenti di crisi ci saranno. Ma se Lui resta con noi, non saremo mai soli.
Una preghiera per tutti noi
Allora questa preghiera non è solo per voi sposi, ma per tutti noi. Ogni volta che direte il Padre Nostro, ricordate che lì c’è il fondamento del vostro amore. Ma vale anche per noi, per ogni uomo e donna che si scopre senza nulla da offrire. E proprio allora possiamo dire: “Signore, dammelo tu”.
Con gratitudine, in un momento di silenzio, preghiamo per voi, per il vostro amore, e anche per noi stessi, figli amati del Padre.