Le Beatitudini: Una Rivelazione di Gioia e Speranza
Introduzione
Le Beatitudini, tratte dal Vangelo, ci pongono sempre davanti a un mistero profondo. Comprenderle fino in fondo non è semplice, e spiegarle risulta ancora più difficile. Forse anche Gesù non ha voluto spiegarle, ma semplicemente dichiararle. Le Beatitudini non sono concetti da analizzare, ma verità da vivere e testimoniare.
Il Contesto delle Beatitudini
Gesù proclama le Beatitudini di fronte a una grande folla, composta dai dodici apostoli appena scelti, altri discepoli e molte persone giunte per ascoltarlo e per essere guarite. A loro Gesù dice: "Beati voi".
A differenza della versione del Vangelo di Matteo, in cui il discorso è più generico, qui Gesù si rivolge direttamente a loro. "Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio", "Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati", "Beati voi che ora piangete".
Non si tratta di una condizione futura, ma di un'elezione attuale: ora, nel momento della difficoltà, si è beati. La beatitudine non è solo promessa, ma è già una realtà, una condizione di gioia profonda e di dignità.
Il Paradosso della Beatitudine
Gesù affianca alle Beatitudini i "guai": "Guai a voi che ora siete sazi", "Guai a voi ricchi", "Guai a voi che ora ridete".
Non perché la sazietà, la ricchezza o la felicità siano un male in sé, ma perché rischiano di farci vivere in una falsa sicurezza. Quello che possediamo ora è temporaneo e non ci garantisce la vera beatitudine. Solo la relazione con Dio e con gli altri può donarci una gioia autentica e duratura.
Testimonianze di Beatitudine
Le Beatitudini non si spiegano, si testimoniano. Durante una recente celebrazione, diverse persone hanno condiviso esperienze che incarnano queste parole di Gesù:
- Due detenute hanno raccontato la loro gioia nel prendersi cura di una donna malata. Nonostante la solitudine e il senso di colpa, hanno trovato un senso nella relazione d'aiuto.
- Una geriatra ha dichiarato che il suo lavoro accanto agli anziani è fonte di grande soddisfazione e bellezza.
- Una dipendente di una casa di riposo ha parlato dell'importanza di rendere le giornate degli ospiti piacevoli attraverso piccole attenzioni come parrucchiere, giochi e attività ricreative. (vedi il video della lectio pauperum)
- Durante un funerale, amici e colleghi di un giovane improvvisamente scomparso hanno trovato conforto nella condivisione del dolore e nell'affetto reciproco.
- Le coppie che celebravano anniversari di matrimonio hanno testimoniato che la vera gioia non è data da beni materiali, ma dalla presenza di una persona accanto con cui affrontare le difficoltà della vita.
Un Bambino Testimone di Gioia
Un'altra storia commovente è quella di Alberto (vedi il video), un bambino malato terminale di Torino. Nonostante la sua condizione, accoglieva tutti con un sorriso. Suo padre, inizialmente distante dalla fede, ha trovato in lui la testimonianza più forte della presenza di Dio.
Questo dimostra che la beatitudine non dipende dalle circostanze esteriori, ma dalla fiducia in Dio e dalla capacità di donarsi agli altri.
L'Immagine dei Due Alberi
Il profeta Geremia usa la metafora di due alberi per descrivere due atteggiamenti di vita:
- Il Tamerisco, che cresce nel deserto, isolato e resistente, ma incapace di vedere il bene che lo circonda.
- L'albero piantato vicino all'acqua, che estende le sue radici verso la fonte e non teme il caldo.
Il Tamerisco rappresenta chi confida solo in se stesso, mentre l'altro albero è l'immagine di chi confida nel Signore. Nelle difficoltà della vita, siamo chiamati ad attingere alla sorgente viva che è Dio.
Conclusione: Vivere le Beatitudini
Le Beatitudini non sono solo un insegnamento, ma una realtà vissuta da tante persone che con la loro testimonianza ci mostrano la vera gioia.
Gesù non è rimasto sul monte, ma è sceso in mezzo a noi per rivelarci questa gioia. Oggi siamo chiamati a essere alberi piantati vicino alla fonte, a vivere le Beatitudini non solo come parole, ma come esperienza quotidiana di fiducia, amore e speranza.