Emma Gervasio
L'astuzia che salvò ventidue vite: un inganno contro la deportazione che ricorda come la Resistenza fu anche un'opera collettiva di protezione umana, guidata dalle donne.
Emma Gervasio era una delle donne napoletane che, all'inizio dell'autunno del 1943, tenne in funzione la rete di sostegno alla popolazione. 
Nel suo palazzo in via Savarese, a Materdei, erano nascosti ventidue giovani ricercati. Il 26 settembre, con l'annuncio di una retata nazista, Emma orchestrò un audace piano con le altre donne del caseggiato. 
Fingendo che suo marito, fasciato in bende come un lebbroso, fosse in agonia sul pianerottolo, crearono una scena di lutto funebre. Quando i soldati tedeschi, guidati da una spia, irruppero, Emma dichiarò con fredda determinazione: «Ha la lebbra». L'inganno funzionò: i militari, terrorizzati dal contagio, fuggirono. I ventidue giovani, salvati, poterono pochi giorni dopo unirsi attivamente all'insurrezione delle Quattro Giornate. 
La sua storia è un potente esempio di come la Resistenza fu sostenuta da una rete femminile, spesso dimenticata, fatta di coraggio, astuzia e umanità.
Il ricordo di Emma Gervasio è stato letto da Alessandra Vuoso della sezione ANPI Isola d'Ischia "Teresa Mattei".
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Un'iniziativa realizzata grazie ai volontari e le volontarie delle sezioni ANPI di Napoli e provincia.
Hanno aderito compagne e compagni delle sezioni:
ANPI Napoli Centro “Antonio Amoretti”
ANPI Napoli Area Flegrea “Salvatore Serio”
ANPI Napoli Vasto “Lenuccia”
ANPI Napoli Collinare “Aedo Violante”
ANPI Napoli Vomero Arenella “Vincenzo Siniscalchi”
ANPI Napoli Est “Aurelio Ferrara”
ANPI Santa Anastasia “Caduti della Flobert”
ANPI Isola d'Ischia "Teresa Mattei"
ANPI Torre del Greco