L'ANIMA DI NAPOLI
Un popolo ha urlato di disperazione, ha gridato di collera, ha pianto di dolore, perché Ettore Ciccotti non è più deputato di Vicaria: e per tre giorni e tre notti, questo furore di popolo, pieno di singulti e pieno di lacrime, si è espresso nelle forme antiche, puerili e semplici, della rivolta popolare: il sasso raccolto nelle vie suburbane e che vende l'aria, fischiando, il pezzo di legno greggio che non è neppure un bastone ma che difende ed offende, il vaso di fiori lanciato dalla finestra del tugurio.
In un angolo di Porta Capuana, una donna parla, fra un gruppo di donne: eccitata, ha le lacrime agli occhi, narrando non so quale beneficio che ella ebbe da Ciccotti; e le altre, poco a poco, si mettono a gemere, intorno: e come se qualcuno fosse morto, esse e esclamano: «Avimmo perdute nu patre, nu padre!»
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Scrittrice coraggiosa e combattiva, Matilde Serao lavorò con costanza per liberare Napoli dalla retorica di una narrazione concentrata soltanto sugli aspetti pittoreschi ed eccessivi della città, e in questo volume racconta con sguardo appassionato analitico la Napoli di fine Ottocento.