Tra Alessandria e Genova stramazzo per il sonno, mi sveglio a Genova a mezzanotte, dormirò tra i rumori di Piazza Corvetto.
Nella stanza c'è un Nuovo Testamento. Apro, leggo: «Per Fede intendiamo che i mondi sono stati formati dalla parola di Dio, cosicché le cose che si vedono non sono state tratte da cose apparenti» (Epistola Ebrei)
Versione mediocre; la miglioro: «procedendo il visibile da quel che non appare» vado a letto sperando mi appaia in sogno «quel che non appare».
Tra buoni odori di minestrone conventuale spunta la splendida barba del Padre Cassiano cappuccino che mi mostra l'esemplare rarissimo dell'edizione genovese 1551 del “Libro de la vita mirabile” della Beata Caterinetta da Genova.
Compro la ristampa anastatica, in vendita dai frati.
Il vicino era all'ospedale di Pammatone, dove Caterina Fieschi passò come infermiera metà della vita. (Sparito anche Pammatone, nello scottenamento urbanistico feroce che ha cancellato la vecchia Portoria: ne hanno lasciato in piedi, assurdamente, il cortile, avvolgendolo nella toga di vetro nero del nuovo Palazzo di Giustizia).
Quella che vedo e vado percorrendo un'Italia ormai completamente stravolta, sfigurata e priva di senso.
Il museo come surrogato della vita.
L'atto disperato di chi aggrappato a una ringhiera resiste fin che può all'attrazione del Vuoto va sotto il nome di cultura, iniziative culturali, ecc.
Per ogni mestiere che cessa mancando chi lo continui è il diavolo che spranga e mette i sigilli sulla porta.
Restauri, recuperi, convegni, pure finzioni.
Già questa loro cultura è emanazione del loro inferno di dannati ...
Quanti disoccupati appesi ai cornicioni dell'Industria non sono altro che dei rinnegati, disertori di duri e splendidi mestieri!
Luoghi narranti narrati e citati: Genova - Vico delle Virtù - Santa Maria di Castello - Vico della Noce - Strada di Mortasco - Lorsica
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A volte a piedi, a volte in treno, a volte in corriera, sempre con gli scrittori amati nella valigia: così Guido Ceronetti viaggiò in Italia in un periodo di circa due anni, fra il 1981 e il 1983, ispirato dall’editore Giulio Einaudi che aveva intuito sposarsi molto bene la sua indignazione satirica con il resoconto di viaggio.Ceronetti attraversa grandi città e piccole località di provincia, visita piazze, monumenti, musei, ma anche carceri, cimiteri, distretti di polizia, manicomi.Annota i manifesti affissi sui muri, le insegne dei negozi, e denuncia le volgarità che lo feriscono.Ma il libro non è solo un reportage splendidamente fazioso.E’ anche un taccuino affollato di pensieri, di citazioni, di idiosincrasie.
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