Naufragio nel reale (Marcella Boccia)
Si frantuma il giorno in schegge d’assenza,
il cielo si sfalda, si piega, svanisce,
e io, relitto di carne e silenzio,
affondo nel mare del vero impietoso.Non v’è più sogno a sorreggere il passo,
né vento gentile a spingere avanti,
solo il reale, con occhi di pietra,
mi fissa, mi scava, mi spezza le vene.Oh dolce menzogna, salvami ancora,
dammi l’oblio delle notti febbrili,
ché il mondo si torce, mi stringe, mi brucia,
e il vero è un abisso che non ha rive.Ma il naufragio è lento, mi avvolge, mi culla,
mi prende per mano, mi insegna a morire,
ché forse nel fondo di questo oceanoriposa la pace che mai mi fu data.